Sono tornate a manifestare davanti ai cancelli dello stabilimento le operaie Piaggio messe fuori dal lavoro da mesi.
Dentro lo stabilimento Piaggio ci sono attualmente circa 200 contratti a termine. La produzione va avanti e i dati pubblicati dalla dirigenza sono tutt’altro che negativi. “È il momento di rispettare gli accordi presi e chiudere una volta per tutte la vertenza delle precarie storiche. Lavoratrici che, con estremo coraggio e determinazione, hanno intrapreso una lotta senza precedenti per il nostro territorio” scrive Usb in un comunicato.
A febbraio, le operaie avevano dato vita ad un mese di occupazione del tetto del “palazzo blu”, a numerose manifestazioni e trattative anche al ministero del lavoro.
Martedì 15 settembre le lavoratrici precarie e l’Usb deciso di riaccendere i riflettori di fronte alla fabbrica. Anche perché alla Piaggio i conti non vanno affatto male, anche dopo la chiusura per l’emergenza Covid.
Già alla riapertura degli stabilimenti a maggio, in una nota lo stesso presidente della Piaggio, Colaninno, precisava che “La gestione ha consentito di assorbire comunque i costi fissi degli stabilimenti produttivi in Europa, India e Asia, impattati dalle normative sanitarie per la prevenzione dal Covid-19″ e la contrazione dell’Ebitda è stata del 19% a 39,8 milioni. Il risultato operativo si è dimezzato a 10 milioni e l’utile netto si è ridotto a 3,1 milioni di euro (7,8 nel 2019)”.
La Piaggio aveva chiuso il primo trimestre del 2020 con ricavi e utili migliori delle attese. I ricavi consolidati del gruppo della Vespa tra gennaio e marzo sono scesi del 10,1% a 311,4 milioni (346,2 un anno fa) ma attraverso un taglio di costi e investimenti, il gruppo era riuscito a chiudere comunque un utile di 3,1 milioni, per quanto più che dimezzato dai 7,8 milioni dello stesso periodo 2019.
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