USB aveva visto giusto. Mercoledì 23 l’udienza per Cristello.
Aumenta la lista dei lavoratori ex Ilva in Amministrazione Straordinaria che rientrano nello stabilimento siderurgico tarantino alle dipendenze di ArcelorMittal. Accade per effetto della sentenza del Giudice del Lavoro di Taranto, Vittoria Orlando, che riguarda questa volta un 45enne che operava in Colata Continua, Acciaieria 1.
Anche lui assistito dall’avvocato Mario Soggia, come molti altri colleghi, era stato escluso da quella famosa graduatoria stilata dalla multinazionale nell’autunno del 2018, che “stranamente” lasciava fuori molti lavoratori che pure sembravano avere tutte le carte in regola per rientrare al lavoro come dipendenti del gruppo franco-indiano, in base ai parametri che avrebbero dovuto essere considerati.
Anche l’ultima sentenza del Giudice del Lavoro di Taranto ha riconsiderato e rivisto le valutazioni fatte allora dall’azienda. Il punteggio del lavoratore allora escluso, maggiore rispetto a quelli dei colleghi invece rientranti, come negli altri casi, veniva giustificato con la diversa professionalità dei dipendenti assunti.
Il Giudice del Lavoro ha riscontrato l’arbitrarietà di quella considerazione, tanto da arrivare ad ordinare l’assunzione del lavoratore interessato ed il pagamento delle mensilità arretrate a partire proprio dall’autunno del 2018. Va detto che, anche in questa circostanza, come già accaduto in passato, questo non comporta alcun licenziamento di altri operai.
ArcelorMittal aveva fatto la lista dei lavoratori da assumere in base a criteri tutt’altro che trasparenti e di questo la nostra organizzazione si è subito accorta, ipotizzando l’alta probabilità che vi fossero, nelle valutazioni, importanti irregolarità. Siamo soddisfatti per quella che è una vittoria per il lavoratore, ma anche per tutta la nostra organizzazione sindacale.
Ci prepariamo ora alla prima udienza, mercoledì 23 giugno, della causa di Riccardo Cristello, il lavoratore licenziato per aver condiviso uno screenshot con riferimento alla fiction “Svegliati Amore Mio”.
Un fatto di cui tutta l’Italia ha parlato. Ma questo non è servito, come anche non è servito presentare una lunga lettera nella quale Cristello spiegava i fatti, non sono servite le manifestazioni davanti allo stabilimento, né quelle romane, neanche i ripetuti appelli al Governo affinché intervenisse nella vicenda, ristabilendo un equilibrio a favore dei diritti di un lavoratore che non ha fatto nulla di sbagliato.
Oggi riponiamo fiducia nella magistratura anche per il licenziamento di Cristello, che riteniamo inammissibile.
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