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Campania. Venerdi 11 sciopero dei ferrovieri

Sono passati 50 anni, quando fu approvata la prima legge in cui venivano estesi tutele e diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione. Un nome datosi all’altezza dei suoi promotori: “Statuto dei Lavoratori”, esso Rappresentava una delle più avanzate leggi di tutela del Lavoro in Europa. Questi diritti sono ancora in vigore, ma in un mondo del lavoro cambiato, e maggiormente adesso in tempi di pandemia, sono sempre meno coloro che ne godono;una stagione che ha ampliato le difficoltà,in cui è visibile solo una minima e misera parte di un sottobosco fatto di lavoro precario, stage, contratti temporanei… dove per milioni di persone lo Statuto dei lavoratori non è altro che una parola astratta.

Battutosi si sono lavoratori, popolo, partiti socialisti e democratici, per una forte tutela dei lavoratori e dei loro diritti, posti come fondamenti nel primo articolo della carta, per rompere uno strascico dell’epoca fascista, atteggiamento che ancora oggi viene applicato.

Denunce furono fatte ai sistemi di repressione, di mortificazione della dignità umana ed intimidazione, messi in atto dai datori di lavoro. Svuotati sono stati questi diritti negli anni, anche da chi ha il potere dato dalla legge, ”i grandi sindacati”contribuiscono e cavalcano l’onda imperialista. Oggi come allora ci siamo ritrovati a chiederci come mettere in pratica le disposizioni costituzionali che, di nuovo sono senza attuazione.

Nel settore ferroviario è da quasi un ventennio che assistiamo a rinunce nell’applicazione di quei diritti fondamentali , un abolizione di essi, uno strozzinaggio sottoscritto da azienda e da chi nel tempo ha acquisito il diritto del potere decisionale. ovvero “Confederali” e firmatari, divenuti sciacalli beneficiari di cooperazione, nel nome del giovamento di profitto personale.

Da anni osserviamo le frammentazioni di intere categorie di settore , di contratti senza spiraglio di maggiori tutele o riduzioni di orari di prestazione o di aumenti salariali consoni alle mansioni svolte.

Ma non basta , perché all’interno delle categorie stesse, è presente quella formula di ricatto possibile, nei confronti di ferrovieri che la stabilità lavorativa ancora non l’ha raggiunta. I ferrovieri, visti da occhi esterni, sono coloro che, in tempi di crisi economica e sanitaria mondiale, godono di benefici di super valore, rispetto a chi è costretto a chiudere la propria attività, chi è sfruttato ed abbandonato nel vortice senza uscita di un macabro licenziamento, in attesa di un misero assegno di cassa integrazione, rispetto a chi è in coda alla Caritas per un pacco di alimenti e prodotti di prima necessità (ognuno di noi ha amici ,parenti e conoscenti posti in questi termini).

La crisi, ha prodotto tutto questo… ha accentuato occasioni di forza -potere per i grandi, che, dove hanno potuto hanno creato sublime razzia, abbandonando il potere del lavoro, e dove no, creando sistemi ad hoc per ledere diritti acquisiti.Il punto focale di discussione di uno sciopero… in ferrovia pone come fulcro di ragionamento, l’argomento diritto…diritto alla salute è stato occultato, negato dai tutori del primo bene prioritario per l’individuo, ritrattando quel diritto e così posto a repentaglio il lavoratore esponendolo inerme davanti all’alto rischio di contaminazione del virus, mettendo in pericolo anche la salute dei propri cari.

Lo ha fatto perché non ha controllato l’effettivo stato lavorativo dei propri dipendenti e senza poter quanto meno diminuire la possibilità di contagio, ignorando completamente il suo reale ruolo… è cioè tutore della salute dei propri dipendenti, che non ricevono ungrazie in formato carta moneta il giorno 27.

Ma pretendono un grazie perché in questi mesi di Covid 19 hanno lavorato nella prima fase senza dispositivi di sicurezza, e fino ad oggi senza essere a conoscenza se, il virus lo hanno portato fino alle mura della propria abitazione..Lo ha fatto insieme a chi avrebbe dovuto difendere e battersi per una reale tutela sotto il nome del sindacato..abbiamo ricevuto il silenzio.

Un silenzio sindacale che per favorire pochissimi con la promessa di una fattibile carriera ha mandato il resto dei dipendenti di fronte al plotone di esecuzione..Una complicità oramai insita in un sistema balordo di affarismo e marchette organizzate, dove i dipendenti non sono più a conoscenza dei loro accordicchi sotto banco.

Bisogna mantenere segrete le riunioni e se meglio proprio non farle… perché tanto da quelle riunioni non uscirà neanche uno straccio di accordo firmato da questi fantocci formato rappresentanti. I ferrovieri lo vivono in questi termini da circa un ventennio. E in piena pandemia il loro silenzio si è accentuato perché è stata alimentatala loro ghiotta occasione di collaborativismo ed affarismo..Il nulla è stato prodotto per i dipendenti di Trenitalia in termini di tutela.

Noi faremo sciopero perché in questi mesi non abbiamo fatto silenzio… ma senza timore si è fatto denuncia subendo rappresaglie, senza cedere alle forme di ricatto e alle occasioni di profitto personale..Abbiamo creduto e continueremo a credere nel bene prezioso del diritto comune di tutti i ferrovieri.

Questo sciopero è un atto solidale anche per chi vorrebbe farlo ma non può… a coloro che il lavoro non lo ha più, a tutte le persone ai parenti, amici e conoscenti in fila alla Caritas… un giorno potremmo dire…HO LOTTATO PER I DIRITTI.

 

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