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Il decreto sull’Ilva passa alla Camera


E’ arrivato il previsto si della Camera al decreto legge del governo sull’Ilva su cui il governo ha incassato la fiducia. Il testo, approvato a Montecitorio con 420 si’, 21 no e 49 astenuti, e adesso passa al Senato. A favore del decreto i tre partiti che sostengono il governo Pd,Pdl,Udc. Voto contrario invece dell’IdV “Quello sull’Ilva è un provvedimento “costituzionalmente illegittimo che mette l’uno contro l’altro i poveri cristi” ha detto Antonio Di Pietro in Aula a Montecitorio, annunciando il voto contrario del gruppo al decreto legge sull’Ilva. “Con questo decreto denunciamo l’ennesimo esproprio della democrazia parlamentare: se veramente tutti vogliono votare questo provvedimento che si è messa a fare la fiducia? E’ stato un atto di dittatura. Rimaniamo amareggiati per il fatto che il presidente della Repubblica non intervenga”. La Lega invece si è astenuta. “Il ministro Passera ha fatto il ministro dello Sviluppo economico senza dare nessuno sviluppo al Paese: se non altro perché non ha programmato nulla”: lo ha detto nell’Aula della Camera Giovanni Fava della Lega annunciando l’astensione del Carroccio sul provvedimento. “Davanti alla mala parata abbiamo scelto il male minore”, ha dichiarato il leghista Fava.

In seguito all’approvazione di un emendamento del Governo in Commissione viene sbloccata la commercializzazione dei prodotti dell’Ilva finiti sequestrati dalla magistratura di Taranto. Una scelta che fa proprie le rimostranze del presidente dell’Ilva, l’ex prefetto Ferrante, il quale oggi sul quotidiano della Confindustria – il Sole 24 Ore – era tornato alla carica contro i magistrati tarantini: La verità – scrive Ferrante – «non è quella che emerge dalle perizie» e, riferendosi ai magistrati, lancia l’accusa: “Non ci sono serenità d’animo ed equilibrio di giudizio». In quanto alla conferma del sequestro dei prodotti finiti da parte del gip, Ferrante lo definisce «un danno ai lavoratori perchè un’azienda che non può vendere quello che produce, non ha futuro e non può pagare nemmeno gli stipendi. L’Ilva attuerà l’Aia perchè tenere insieme i valori dell’ambiente, della salute e del lavoro è una sfida di civiltà e di cultura”. Il decreto del governo appare molto accomodante verso l’Ilva e punta di fatto a commissariare l’area espropriando la magistratura di ogni competenza e affidandola gestione della crisi ambientale e aziendale ad un “commissario straordinario”. Emblematicamente occorre segnalare che la Confindustria di Taranto ha proposto la nomina del prefetto di Taranto a commissario per la bonifica dell’area esterna all’Ilva, figura prevista dalla legge approvata nella scorsa estate.


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1 Commento


  • alfredo

    Alle prossime elezioni ,soprattutto ricordarsi di quei partiti che hanno voluto legalizzare la morte da tumore.
    Pdl-Pdmenoelle e Udc sono le principali scorie tumorali all’interno della politica.

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