Dopo il mancato riconoscimento della struttura sindacale, gli avvertimenti a mezzo stampa e la sospensione dei sindacalisti, nei giorni scorsi la Multicedi ha gettato definitivamente la maschera e licenziato i rappresentanti sindacali di USB mediante un provvedimento che, guarda caso, arriva all’indomani degli scioperi dei lavoratori.
Con argomentazioni pretestuose, che si basano su un presunto danno di immagine subìto a causa di alcuni commenti su Facebook, l’azienda leader nel settore della distribuzione organizzata con sede a Pastorano (proprietaria dei marchi Deco, Adhoc, Ayoca, Dodeca, Sebon, Super Risparmioso, Qualità e Risparmio) ha prima sospeso e poi licenziato quei sindacalisti protagonisti delle proteste contro le ipotesi di esternalizzazione del personale.
Si tratta di un provvedimento fortemente punitivo, che assume tutti i connotati della condotta antisindacale e con il quale si vanno a colpire i diritti e la democrazia sul luogo di lavoro, in triste continuità con quanto finora avvenuto.
Ma le sorprese non sono finite. Infatti, due giorni fa i lavoratori iscritti all’USB sono stati inaspettatamente convocati per una inattesa “riunione”. Verso le ore 12:00 all’incirca, gli operai iscritti a questo sindacato si sono ritrovati di fronte un “sindacalista” della UGL che gli ha illustrato i “benefici” della imminente esternalizzazione a cui vanno incontro e che dovrebbe avvenire nella seconda metà di febbraio.
In altre parole, l’azienda ha utilizzato un sindacato di comodo come portavoce delle proprie scellerate intenzioni.
“Riteniamo gravissimo il comportamento di questo “sindacalista”, di cui preferiamo non fare il nome e siamo convinti che siano proprio queste pratiche ad aver seriamente minato la credibilità dei sindacati agli occhi di tanti lavoratori, svendendo il proprio ruolo e la propria funzione” – denuncia l’USB – “I nostri iscritti hanno chiaramente protestato e chiesto che l’organizzazione che realmente li rappresenta e alla quale hanno deciso di iscriversi, che resta USB, venga al più presto convocata per discutere nel merito e non per finta”.
Secondo quanto si è appreso, la UGL (in combutta con l’azienda) avrebbe non soltanto proposto agli operai di cambiare sindacato, ma avrebbe addirittura fatto intendere che, accettando l’esternalizzazione, avrebbe anche chiesto il reintegro dei sindacalisti licenziati dopo gli scioperi di dicembre.
Insomma, un vero e proprio atteggiamento ricattatorio che conferma le denunce fin qui rese pubbliche. Multicedi vuole decidere a quali sindacati devono aderire i lavoratori e, contrariamente a quanto pubblicamente affermato, vuole procedere alla esternalizzazione di tutto il personale.
“Di fronte a tutto ciò, la nostra risposta sarà ferma e decisa” fanno sapere all’Usb “difenderemo fino all’ultimo i nostri licenziati e tutti gli iscritti. Pertanto denunciamo ancora una volta un comportamento antisindacale inaccettabile e continueremo a combattere fino al ritiro dei licenziamenti!”
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Gian claudio
Come arrivare a metodi in uso negli anni 70, continuate prima o poi “pagherete caro pagherete tutto”. Chiaro no ?