E in più: blocco dei licenziamenti, regolarizzazioni e un piano industriale sostenibile.
Martedì 2 marzo USB Pubblico Impiego Cultura, ex Mibact, e USB Lavoro Privato hanno partecipato alla prima riunione del tavolo permanente per i lavoratori negli istituti e nei luoghi della cultura a seguito dell’emergenza da Covid-19, istituito con decreto ministeriale dal ministro Dario Franceschini, convocato e presieduto dal Direttore generale dei Musei, Massimo Osanna.
Un tavolo tematico interlocutorio tra ministero, associazioni di categoria del settore cultura e parti sociali, in cui i rappresentanti ministeriali hanno raccolto le istanze di tutti i partecipanti in modo da organizzare ulteriori tavoli di lavoro mirati alle singole questioni poste.
USB ha evidenziato che le categorie più colpite dall’attuale crisi pandemica sono la Cultura (musei, cinema e teatri) e il Turismo che da solo rappresenta il 13% del PIL nazionale, ma nonostante le misure di sostegno – povere, disuguali e discriminatorie – adottate dal governo, restano drammatiche le condizioni salariali, di reddito e non solo, di milioni di lavoratrici e lavoratori “impiegati”, con contratti di lavoro atipici, senza diritti e prerogative sindacali.
Lo stesso scenario di precarietà riguarda i lavoratori delle società concessionarie e in appalto dei servizi aggiuntivi, biglietterie, bookshop, guardaroba e accoglienza che da molti mesi non percepiscono l’ammortizzatore sociale come sostegno al reddito.
Per queste problematiche e criticità USB ha ribadito l’importanza di un ammortizzatore sociale unico per i lavoratori e le lavoratrici di tutti i settori interessati dalla crisi pandemica che non sia al di sotto dei 1.000 euro e la proroga del blocco dei licenziamenti fino alla fine dell’effettiva crisi, oltre alla regolarizzazione dei contratti di lavoro per i lavoratori e le lavoratrici precarie e stagionali, attraverso la lotta al lavoro nero e grigio.
USB ha proposto per la ripartenza delle attività culturali, teatrali e turistiche un piano “industriale” di intervento sostenibile, con l’obiettivo che la ricchezza prodotta venga investita nei territori partendo dalle periferie delle città.
USB resta comunque schierata per il rilancio della gestione pubblica del patrimonio culturale e per evitare ulteriori ricorsi alle esternalizzazioni dei beni, servizi e attività attraverso la politica degli appalti che creano precarietà e povertà. Quindi continuerà l’azione sindacale per internalizzare lavoratori, servizi aggiuntivi e attività in appalto.
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