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Sosteniamo i riders in sciopero il 26 marzo: stabilizzazione, salario e diritti!

L’assemblea nazionale “Riders per i diritti” lancia per il 26 Marzo lo sciopero NO DELIVERY DAY.

Sosteniamo i rider e le rider che si mobilitano per ottenere diritti, per uscire da una condizione di lavoro precario e sfruttato, atipico nelle forme di assunzione e carente di tutele.

Lavoratori e lavoratrici che nonostante la pandemia non si sono mai fermati e che in cambio hanno ottenuto ben poco.

La mancanza di DPI forniti dalle piattaforme ha acceso le lotte durante il lockdown, la mancanza di stabilizzazione nonostante svolgano un “lavoro essenziale” in piena pandemia le riaccende oggi.

In questi ambiti serve subito un sistema di regolarizzazione e continuità del rapporto, adeguamento dei salari e un insieme di tutele che riguarda ferie, malattia, trattamento previdenziale e contributivo, sicurezza e salute del lavoratore, fino alla manutenzione dei mezzi.

Oggi si smaschera la narrazione tossica del “lavoretto”, etichettato e retribuito come tale: anche con l’arrivo della crisi tanti hanno questo come unica forma di reddito, e va inteso come lavoro a tutti gli effetti.

Non il lavoro in somministrazione, con assunzione da parte di agenzie interinali, come proposto da LavoroPiù con la campagna “Riders’ Job Matters”, nè quello in Co.Co.Co. o con Partita IVA, ma contratti subordinati stabili, fuori dal regime di intermittenza che lascia ampi spazi al ranking aziendale che la sentenza di Milano ha ben definito “caporalato digitale”.

Da un anno sono iniziate “le consultazioni al Parlamento europeo per ottenere una regolamentazione del lavoro di piattaforma attraverso la promulgazione di una direttiva che garantisca un’adeguata protezione sociale e un trattamento congruo per tutti i lavoratori delle piattaforme digitali”.

Noi crediamo che questo non basti.

Per regolarizzare il lavoro serve inquadrarlo all’interno di un contratto nazionale con salari dignitosi, tutele e diritti.

E’ giusto chiedersi se sia meglio utilizzare un contratto già esistente o pretenderne uno nuovo per questo tipo di lavoro.

Si avvicina il rinnovo del CCNL “Trasporto merci e logistica”, ma non sembra ci sia intenzione di inserire al suo interno la figura del ciclofattorino. Il trasporto merci, invece, avviene anche in bicicletta: sempre più sono le figure, oltre al rider, che su due ruote trasportano beni di varia natura.

Tale contratto darebbe la possibilità di inquadrare questi lavoratori di nuova generazione con condizioni dignitose per la media italiana, senza contare che proprio nella logistica, dai facchini ai driver, si consumano alcune tra le maggiori lotte del paese per migliorare le condizioni lavorative.

Un’alleanza con questi soggetti per ottenere un migliore trattamento sotto lo stesso contratto può dare ancora più forza alle rivendicazioni.

Troviamo invece CGIL impegnata da tempo nel tavolo con Assodelivery (associazione datoriale delle piattaforme di food delivery) assieme a CISL e UIL, per proporre la stesura di un CCNL ad hoc.

Uno dei problemi del lavoro in Italia tuttavia è proprio la presenza di contratti estremamente parcellizzati, poveri in salario e diritti e con troppo spazio alla deroga: la creazione di un contratto ex novo, senza una struttura solida alle spalle, rischia di rendere i lavoratori vittime di questo stesso meccanismo.

Per questo appoggiamo la lotta dei rider convinti, come sempre, che sia l’unico mezzo per imporre condizioni degne, e proponiamo terreni di confronto su come rafforzare percorsi di rivendicazione indipendenti dalle “trappole” della concertazione a tavolino.

Solo così sarà possibile rompere le dinamiche del finto lavoro autonomo (Partite IVA e Co.Co.Co.) e del cottimo, pretendendo assunzione stabile, salari dignitosi, trattamento previdenziale (malattia, infortunio), diritto di ferie ed versamento contributivo.

Il bivio che si pone rimane tra la rappresentazione del problema e la volontà di una netta rottura con le forme di lavoro atipico che in questi anni hanno trovato terreno di sperimentazione proprio sui riders.

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