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Per la morte di Luana tre indagati. Per spiccioli di produzione in più

Dopo cinque mesi di indagini la Procura di Prato ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a tre persone per il caso di Luana D’Orazio, la giovane operaia morta il 3 maggio scorso in una fabbrica tessile di Montemurlo, provincia di Prato.

Gli indagati sono Luana Coppini titolare dell’azienda, il marito Daniele Faggi, che amministrava l’impresa, e Mario Cusimano, tecnico e manutentore dell’azienda “L’Orditura”.

Tra i reati ipotizzati dai magistrati ci sono quello di omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele anti-infortunistiche.

Gli accertamenti tecnici sono stati fatti da un consulente nominato dalla procura. L’autopsia e la perizia effettuata su due orditoi  dell’azienda, hanno confermato che l’operaia è morta trascinata dal macchinario tessile al quale era stata tolta la rete protettiva. I due orditoi, secondo i periti, avrebbero potuto uccidere in qualsiasi momento.

Secondo le valutazioni del perito nominato dalla Procura di Prato, il macchinario tessile su cui stava lavorando Luana, un orditoio per campionatura, sarebbe stato modificato: i dispositivi per la sicurezza infatti erano disattivati. Quando la ragazza è stata risucchiata dal macchinario, questo viaggiava ad una velocità molto alta. Eppure le saracinesche che avrebbero dovuto coprirlo erano abbassate.

Da fonti della Procura viene sottolineato come l’ottenimento dell’8% di produzione in più per le eventuali modifiche all’orditoio “non avrebbe però generato alcun guadagno per l’azienda”. Ma non dovrebbe essere considerata un'”attenuante”. Anzi…

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