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Il silenzio scende sul naufragio della “barca delle spie” sul Lago Maggiore

“Sono un funzionario della Presidenza del Consiglio” e “Faccio parte di una delegazione governativa israeliana”. Questo si sono limitati a dichiarare gli agenti dei servizi segreti italiani e del Mossad testimoni del naufragio e che erano a bordo della ‘Gooduria’, la barca affondata nel Lago Maggiore.

La Procura di Busto Arsizio riconvocherà nei prossimi giorni gli agenti italiani, quelli israeliani sono stati subito portati via con un volo speciale proveniente da Israele. L’obiettivo è ricostruire come e perché l’imbarcazione sia affondata durante una tromba d’aria. Gli 007 forniranno le loro versione sulla dinamica dei fatti mentre potrebbero decidere di non rispondere in maniera esaustiva a domande sul perché si trovassero a Sesto Calende, se solo per partecipare alla gita sul Lago Maggiore o per una riunione di lavoro tra servizi di intelligence.

Che sulla vicenda stia già calando una rapidissima nebbia di copertura lo si desume dalla decisione di non effettuare le autopsie sui quattro cadaveri del naufragio. Il medico legale ha dichiarato che sono morti per ‘annegamento’ e che non presentano segni di lesioni e la Procura ha quindi ritenuto di non effettuare ulteriori accertamenti.

Il New York Times fa parlare uno dei magistrati incaricati dell’indagine. “Non voglio che ci siano dubbi sul fatto che non abbiamo portato avanti le indagini fino in fondo”, ha detto il Procuratore capo di Busto Arsizio, il dott. Nocerino. “La barca e il suo contenuto sarebbero stati confiscati e posti sotto l’autorità giudiziaria”.

A partire da mercoledì pomeriggio, la barca era stata trascinata vicino alla riva, ma è rimasta sott’acqua, dopo diversi tentativi infruttuosi di risalire in superficie con palloni aerostatici.

La salma dell’agente cinquantenne del Mossad Shimoni Erez è stata riportata in Israele già mercoledì 31 maggio, come ha annunciato in una nota ufficiale del primo Ministro israeliano a nome dell’agenzia. “Il Mossad ha perso un caro amico, che ha dedicato la sua vita alla sicurezza dello Stato di Israele per decenni, anche dopo essere andato in pensione”.

“Non era lì per una vacanza o una festa di compleanno. Non era una missione operativa, ma era legata al suo lavoro”, ha accennato il parlamentare israeliano ed ex vice capo del Mossad, Ram Ben Barak, in un’intervista alla radio pubblica israeliana. 

La televisione israeliana “I-24 news” scrive che gli israeliani  potrebbero aver “monitorato i contatti tra aziende italiane e iraniane” impegnate a “trattare con componenti civili usati per i droni” che potrebbero essere usati nella guerra in Ucraina. Inoltre, l’area ospita un certo numero di ricchi ebrei italiani che hanno contatti regolari con politici locali e internazionali di alto livello, personaggi della cultura e altri personaggi degni di nota. Il rapporto suggerisce che gli agenti dell’intelligence potrebbero aver completato o intrapreso una missione relativa a entrambi i gruppi di figure residenti nell’area. “La rapida estradizione da parte delle agenzie di spionaggio italiane e israeliane che non fa che aumentare l’intrigo” riporta il servizio di I-24 News.

Il problema è che in questa vicenda ci sono quattro morti. Silenziarla potrebbe fare troppo rumore.

 

 

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1 Commento


  • Eros Barone

    Chi di spada ferisce di spada perisce.

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