Oggi sciopero per maggiori stanziamenti destinati alle carriere, per la costituzione del comparto di contrattazione nazionale e contro lo smembramento del CNR
Il 3 ottobre 2021, la ricerca pubblica sarà in sciopero contro le politiche del governo Draghi. Un Governo caratterizzato dalla totale mancanza di visione rispetto al settore della Ricerca Pubblica e alle evidenze emerse con la pandemia.
Un Governo che vede solo la Ricerca destinata al trasferimento tecnologico, quindi al servizio del profitto delle imprese, come testimoniano le risorse del PNRR regalate ai brevetti della ricerca privata con la conseguente riorganizzazione del CNR propedeutica alla sua privatizzazione.
L’unico intervento che potrebbe almeno affrontare la questione salariale nella Ricerca e rendere finalmente il settore attrattivo, parliamo della riforma dell’ordinamento professionale contenuta nella legge di bilancio, è realizzato con un investimento insufficiente e limitato solo agli enti vigilati dal MUR (CNR, INFN, ASI, INAF, INGV etcetc) e dimenticando tutti gli altri, fra i quali l’Istituto Superiore di Sanità, l’Enea, l’Istat, l’Ispra e gli enti vigilati dal Ministero del lavoro (INAPP, ANPAL e ex ISPESL).
Un provvedimento parziale che rischia di mortificare la professionalità e la dignità di migliaia di ricercatori e tecnici che quotidianamente e con mezzi inadeguati riescono comunque a fornire il loro contributo allo sviluppo e al sapere, sempre al servizio della committenza sociale.
USB PI Ricerca ha chiesto ai Senatori di modificare la norma per evitare che qualcuno resti intrappolato in un ruolo ad esaurimento e che la smania falso meritocratica penalizzi la carriera di personale con competenze importanti.
È indispensabile che venga approvato dal Governo l’emendamento, che diversi gruppi parlamentari stanno presentando, che inserisce nel provvedimento tutti gli enti di ricerca, implementa adeguatamente il finanziamento nel prossimo triennio e prevede l’istituzione di un autonomo comparto di contrattazione, necessità quest’ultima non più differibile vista l’evidente stortura realizzata con l’accorpamento con la Scuola.
Le attuali restrizioni sulle manifestazioni ci hanno impedito di essere in presidio davanti a tutti i Ministeri vigilanti; quindi, per domani 3 dicembre durante lo sciopero, è stato autorizzato solo il presidio davanti alla sede del Ministero della Transizione Ecologica in via Cristoforo Colombo dove i lavoratori di Enea ed Ispra chiederanno un intervento diretto al Ministro Cingolani.
Durante la giornata sono previsti incontri con diversi parlamentari che proseguiranno anche nella settimana successiva. Per un Paese che scelga la Ricerca Pubblica per i cittadini contro quella dedicata al profitto. Per restituire dignità al settore attraverso una governance unitaria e un autonomo comparto di contrattazione. Per affrontare adeguatamente la questione salariale nella Ricerca Pubblica.
Per riformare il reclutamento cancellando la precarietà.
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