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No alla guerra, no all’Italia in guerra

Nonostante l’esigenza primaria di esprimere il no alla guerra, non si sono realizzate per noi le condizioni per una manifestazione unitaria capace di porre all’ordine del giorno il contrasto ai motivi profondi che hanno scatenato la guerra.

L’USB ripudia la guerra, come dice la nostra Costituzione e come tutti noi sentiamo profondamente. Nel dire forte e chiaro “Fermare la guerra!” c’è anche la necessità di dire con altrettanta forza “No alle scelte del governo Draghi”, che sta approfittando di questa drammatica situazione per portare l’Italia in guerra insieme alla Nato e all’Unione Europea, inviando armi e uomini e preparando uno stato di emergenza con cui riversare sui lavoratori e il popolo italiano le conseguenze economiche delle sanzioni, rilanciare scelte energetiche che distruggeranno l’ambiente, limitare i diritti democratici.

Per questo abbiamo scelto di essere comunque in piazza sabato 5 marzo, ma in un presidio a piazza dell’Esquilino con tutte quelle forze che hanno deciso di non aderire ad una manifestazione che, nel corso dei giorni, si è trasformata in una manifestazione di copertura oggettiva delle scelte del Governo Draghi.

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2 Commenti


  • Sergio

    Cosa ne pensate del PD, un partito che dice di essere di sinistra e si allea con i discendenti dei fascisti per mandare armi ad un nazista? E di MicroMega che dice che la guerra è solo colpa di Putin e che il pacifismo è solo andare contro Putin altrimenti è solo ipocrisia? Che ne pensate di tutta questa palese mentalità politica guerrafondaia???


    • Redazione Roma

      La risposta è desumibile sulle pagine quotidiane di questo giornale, forse dovresti dargli un’occhiata

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