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Se anche la ricerca mette l’elmetto, sabato 5 marzo Usb alla manifestazione di Roma in piazza Esquilino

Dopo l’annullamento della lezione su Dostoevskij e l’esclusione degli atleti russi e bielorussi dalle paralimpiadi, è stata la volta della Ricerca che attraverso la presidente del CNR Carrozza ha deciso di non rinnovare gli accordi di collaborazione con enti di ricerca e università russe.

Cultura, sport e Ricerca, tre ambiti che dovrebbero sempre unire i popoli e non diventare strumenti di guerra, seppure non guerreggiata. Invece nel nostro Paese, in un mal interpretato pacifismo, si stanno sommando una serie di iniziative, a partire dalla scelta di inviare armi all’Ucraina, che non servono a perseguire la pace, ma inevitabilmente andranno invece ad alimentare il terribile conflitto in atto, aumentando le sofferenze per la popolazione.

In questo drammatico contesto, dunque, si colloca la scelta scellerata da parte del più grande ente di ricerca italiano di allinearsi alle posizioni guerrafondaie del Governo Draghi facendo indossare così, anche se solo metaforicamente, l’elmetto ai ricercatori italiani contro i nostri colleghi russi, che niente hanno a che fare con le scelte sbagliate del proprio governo.

Una scelta inedita che non ricordiamo sia stata assunta in passato per altri conflitti e aggressioni come quella degli israeliani ai danni dei palestinesi o per le guerre in Iraq e Afghanistan; sicuramente non è stata adottata nei confronti dell’Ucraina all’inizio di questo conflitto, che data 2014 con l’aggressione al Donbass e che in questi otto anni ha provocato 14mila vittime in maggioranza civili.

Come ricercatori, tecnici e personale di supporto alla ricerca, interpretiamo la nostra funzione sempre e comunque al servizio dei popoli e anche in questo terribile scenario che rischia di prefigurare persino un estensione del conflitto, ci schieriamo senza nessuna ambiguità contro la guerra, a fianco di tutti i popoli coinvolti. Per questo domani parteciperemo alla manifestazione che si terrà a Roma in piazza Esquilino su parole d’ordine chiare che partono da noi, dal nostro Paese affinché diventi davvero protagonista delle iniziative per la pace e non, come è ora, uno dei soggetti armati in campo.

 

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