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Roma. I lavoratori del magazzino Zara piegano l’azienda. I contratti diventano full time

Dopo 48 ore passate dai lavoratori sugli scaffali del magazzino Zara di Castel Giubileo, nella serata di venerdì l’azienda ha accettato le richieste dei magazzinieri e del sindacato USB. Passaggio immediato dei contratti part time a full time, annullamento di tutte le sanzioni disciplinari, mantenimento dei turni attuali per i lavoratori con maggiore anzianità.

Una lotta importante e determinante quella dei magazzinieri di Zara, che non hanno mollato neanche quando l’azienda ha impedito che gli venissero consegnati acqua e cibo.

Una lotta che evidenzia ancora una volta la forza della classe lavoratrice, unica produttrice della ricchezza di questo paese, che sottolinea ancora una volta che quando gli operai si incazzano piegano anche le multinazionali.

Una lotta che ha visto insieme operai e studenti con la presenza ai picchetti di Osa Roma e che oggi si inserisce a pieno titolo nel percorso di ricomposizione operaia e si proietta verso grande manifestazione operaia del 22 aprile a Roma.

Il 2 marzo i magazzinieri in appalto di Zara hanno occupato il magazzino di Castel Giubileo, salendo sugli scaffali, dopo aver saputo che l’azienda ha organizzato un incontro sindacale escludendo USB.

La situazione era diventata tesa, il magazzino è bloccato, alcuni lavoratori, disperati, minacciano di gettarsi da un’altezza di oltre tre metri. Da settimane i magazzinieri sono in agitazione per richiedere l’adeguamento dei contratti part time, certezze sul futuro lavorativo dopo l’assunzione di un numero spropositato di interinali ed il reintegro dei lavoratori licenziati. Dopo la tregua della prima notte, l’azienda ha disatteso le intese concordate, proponendo un’ipotesi di accordo bocciata da tutti i lavoratori che sono tornati a occupare il magazzino.

C’era stata tensione durante la notte con le numerose forze dell’ordine presenti, quando la stessa azienda ha provato ad impedire l’accesso ai lavoratori stranieri in turno, volendo far entrare solo i lavoratori italiani. Un lavoratore è stato portato via in ambulanza per un malore.

Fiege Logistic continua con arroganza a negare diritti e a non voler rispettare la scelta dei lavoratori di aderire a USB, ma gli operai non hanno mollato.

 

 

 

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