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ITA nel caos, 6 consiglieri dimissionari

Ennesima tappa negativa di un percorso iniziato malissimo. Assemblea nazionale il 5 aprile a Roma

Smottamento nel Consiglio di Amministrazione di ITA con le dimissioni di 6 consiglieri su 9 buttate sul tavolo, che di certo non appaiono come un viatico di unitarietà di vedute nella gestione della compagnia di bandiera.

Cosa significhino oggi le dimissioni dei consiglieri ancora non è chiaro anche se sembrano esserci questioni legate ai costi degli advisor per la cessione, con la compagnia e il MEF che hanno nominato propri consulenti, con una duplicazione suscettibile dell’intervento della Corte dei Conti. Di certo ci chiediamo se sia possibile che un CdA senza i due terzi dei propri componenti possa restare in carica.

Proseguono quindi i piccoli e grandi colpi di scena in negativo che hanno caratterizzato fin dall’avvio, le operazioni di start up di ITA, iniziate malissimo dopo lo spezzatino di Alitalia in tre segmenti.

Tutto è stato portato avanti in modo spregiudicato da Alfredo Altavilla, con la diminuzione del costo del lavoro fino al 30%, con assunzioni fuori da ogni controllo pubblico e di trasparenza e con discriminazioni che sono state già accertate verso le donne in maternità al momento delle selezioni e per questo scartate.

Ora la parte Aviation viene messa sul mercato, il passaggio conclusivo di un processo fatto di operazioni opache voluto dal governo Draghi tese all’azzeramento di una realtà industriale importante e strategica per il nostro Paese.

Tutto è iniziato grazie ad un investimento interamente pubblico di 700 milioni che difficilmente si recupereranno, visto che le perdite dei primi 6 mesi di operatività si avvicinano ai 200 mln di euro.

In questo quadro, un fritto misto di errori ed orrori a partire dall’occasione persa della nazionalizzazione per il rilancio unitario di Alitalia proposta nel 2020 dal secondo governo Conte, oggi rischia di svanire con il declino tutto il trasporto aereo nazionale.

Accertata la forte critica sul progetto industriale, gli scenari successivi ai bandi di cessione dei rami d’azienda di handling e manutenzione potrebbero comportare le stesse medesime sconfitte viste nella cessione della parte volo, con arbitrii nelle selezioni e nelle assunzioni, con ridimensionamento di attività e organici e perdita di migliaia di altri posti di lavoro.

Il governo deve rispondere pubblicamente di questa nuova situazione perché appare come minimo sorprendente lasciare ogni decisione nelle mani di pochissimi manager che pensano di essere i padroni il destino di quest’azienda e delle tante collegate nel settore.

In questa chiave, USB convoca l’assemblea nazionale del Trasporto Aereo martedì 5 a Roma, alle ore 10,30, in via Giolitti 5.

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