Dall’alba di stamattina è in corso un’operazione di polizia per comunicare gli arresti domiciliari a quattro dirigenti sindacali della USB della logistica. Risultano sotto attacco anche sindacalisti SiCobas.
Non si conoscono ancora le accuse loro rivolte, sicuramente però hanno a che vedere con l’intensa attività di lotta dei compagni in uno dei settori a più alto tasso di sfruttamento e strategico per l’economia del Paese.
Prove tecniche di regime…
Misure cautelari e perquisizioni contro l’Unione Sindacale di Base e le lotte di classe: USB proclama lo sciopero generale della logistica. Giù le mani da USB!
Da questa mattina all’alba è in corso un’operazione di polizia su input della Procura di Piacenza nei confronti di dirigenti sindacali dell’USB e del Si Cobas della logistica. Con ben 350 pagine di ordinanza si costruisce un vero e proprio “teorema giudiziario” sulla scorta di un elenco interminabile di “fatti criminosi” quali picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee ecc. Numerosi i dirigenti sindacali posti agli arresti domiciliari e le perquisizioni.
La logistica è uno degli snodi centrali dell’economia capitalista di nuova generazione, la circolazione delle merci è un ganglio determinante della catena del valore ed è lì che la contraddizione si esprime a livello più alto: sfruttamento della manodopera, per lo più straniera e ricattabile, utilizzo senza freni degli appalti e subappalti a cooperative anche con infiltrazioni, nemmeno troppo sotterranee, della malavita organizzata, diritti sindacali inesistenti e sistematicamente violati e quindi è lì che le lotte, il conflitto sono più dure e determinate e lì colpisce la repressione.
La USB è nel mirino del Ministero degli Interni e delle Procure di mezz’Italia ormai da troppo tempo, dalle denunce a raffica nei confronti di chi si oppone alla guerra e all’invio di armi, alle condanne per chi manifestava contro l’assassinio del nostro delegato proprio della logistica Abd El Salam durante un picchetto proprio a Piacenza per cui nessuno ha pagato, al “ritrovamento” di una pistola in un bagno della Federazione nazionale USB che si prova ad accollare ad un dirigente sindacale proprio della logistica.
È quindi evidente il tentativo, questo sì criminale, di cercare di impedire che nei magazzini della logistica, nei luoghi della produzione e della commercializzazione delle merci cresca e si rafforzi il sindacato di classe, conflittuale, che non cede di un millimetro sui diritti dei lavoratori.
La USB proclama lo sciopero generale della logistica a partire dal turno di notte odierno e per 24 ore, lancia un appello a tutte le proprie federazioni perché attivino presidi di protesta in ogni città e sta valutando con i propri legali la controffensiva giudiziaria per smontare questo vero e proprio teorema antisindacale e le ulteriori iniziative di lotta.
Unione Sindacale di Base
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ARRESTATI DIRIGENTI NAZIONALI DEL SI COBAS: UN NUOVO, PESANTISSIMO ATTACCO REPRESSIVO CONTRO IL SINDACATO DI CLASSE E LE LOTTE DEI LAVORATORI.
All’alba di stamattina, su mandato della procura di Piacenza, la polizia ha messo agli arresti domiciliari il coordinatore nazionale del SI Cobas Aldo Milani e tre dirigenti del sindacato piacentino: Mohamed Arafat, Carlo Pallavicini e Bruno Scagnelli.
Le accuse sono di associazione a delinquere per violenza privata, resistenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. Tale castello accusatorio sarebbe scaturito dagli scioperi condotti nei magazzini della logistica di Piacenza dal 2014 al 2021: secondo la procura tali scioperi sarebbero stati attuati con motivazioni pretestuose e con intenti “estorsivi”, al fine di ottenere per i lavoratori condizioni di miglior favore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale…
Sul banco degli imputati figurano tutte le principali lotte e mobilitazioni condotte in questi anni: GLS, Amazon, FedEx-TNT, ecc.
È evidente che ci troviamo di fronte all’offensiva finale da parte di stato e padroni contro lo straordinario ciclo di lotte che ha visto protagonisti decine di migliaia di lavoratori che in tutta Italia si sono ribellati al caporalato e condizioni di sfruttamento brutale.
È altrettanto evidente il legame tra questo teorema repressivo e il colpo di mano parlamentare messo in atto pochi giorni fa dal governo Draghi su mandato di Assologistica, con la modifica dell’articolo 1677 del codice civile tesa a ad eliminare la responsabilità in solido delle committenze per i furti di salario operati dalle cooperative e dalle ditte fornitrici.
Ci troviamo di fronte a un attacco politico su larga scala contro il diritto di sciopero e soprattutto teso a mettere nei fatti fuori legge la contrattazione di secondo livello, quindi ad eliminare definitivamente il sindacato di classe e conflittuale dai luoghi di lavoro.
Come da noi sostenuto in più occasione, l’avanzare della crisi e i venti di guerra si traducono in un’offensiva sempre più stringente contro i proletari e in particolare contro le avanguardie di lotta.
Contro questa ennesima provocazione poliziesca, governativa e padronale il SI Cobas e i lavoratori combattivi, al di là delle sigle di appartenenza, sapranno ancora una volta rispondere in maniera compatta, decisa e tempestiva.
Invitiamo sin da ora i lavoratori e tutti i solidali a contattare i rispettivi coordinamenti provinciali per concordare le iniziative da intraprendere.
Seguiranno aggiornamenti.
Le lotte contro lo sfruttamento non si processano.
La vera associazione a delinquere sono stato e padroni.
ALDO, ARAFAT, CARLO E BRUNO: LIBERI SUBITO!
SI cobas nazionale
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Alcune delle reazioni politiche:
Da stamattina otto sindacalisti della logistica, dell’Unione Sindacale di Base e del Si cobas, sono agli arresti domiciliari o hanno subito misure restrittive.
La lunga serie di accuse loro rivolte riguarda l’intensa attività di lotta dei compagni in uno dei settori a più alto tasso di sfruttamento e strategico per l’economia del Paese.
La portavoce nazionale di Potere al Popolo Marta Collot dichiara: “Siamo a fianco dei sindacalisti che subiscono la repressione, come siamo stati dopo gli omicidi di Abd Elsalam e Adil Belakhdim durante dei picchetti davanti a magazzini della logistica. Con gli arresti di stamattina la procura contesta il reato di organizzarsi in sindacato. Se organizzarsi e lottare per i nostri diritti è un reato, allora siamo colpevoli e fieri di stare con chi lotta. Sosteniamo lo sciopero generale della logistica lanciato da USB dalle 20 del 19 luglio e le mobilitazioni in tutta Italia“.
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(ANSA) – ROMA, 19 LUG – “E’ in corso da questa mattina all’alba una pesantissima operazione di polizia partita dalla procura di Piacenza con perquisizioni, arresti di dirigenti sindacali del Si Cobas e dell’USB che col passare delle ore sembra allargarsi sempre più. Alla base dell’operazione repressiva la criminalizzazione delle lotte che in questi anni hanno incrinato il sistema dello sfruttamento selvaggio nella logistica: i ‘fatti criminosi’ sarebbero picchetti, scioperi, occupazioni dei magazzini, assemblee”.
Così in un comunicato Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Prc, Antonello Patta, responsabile nazionale lavoro, Stefano Lugli, segretario regionale Emilia e Romagna e Elena Anelli, segretaria a Piacenza.
“Agli arresti domiciliari – proseguono – due dirigenti dell’Usb con imputazioni gravissime che vanno dall’associazione a delinquere ai reati di sabotaggio e blocco delle merci; arrestati, sempre ai domiciliari, a Piacenza 4 dirigenti del SI Cobas, in relazione a uno sciopero al magazzino Amazon di Castel San Giovanni, per due di loro siamo di fronte a una vera e propria persecuzione, visto che la Procura di Piacenza li aveva posti ai domiciliari nel marzo 2021, mentre il tribunale del riesame aveva poi revocato la sentenza”.
“La magistratura viene meno al suo compito costituzionale – aggiungono gli esponenti di Prc – se diventa il braccio repressivo dello schieramento neoliberista a difesa del capitale contro le lavoratrici e i lavoratori che difendono i propri diritti. Come Partito della Rifondazione Comunista esprimiamo la nostra solidarietà ai lavoratori sindacalisti del Si. Cobas e dell’USB colpiti dalla brutale repressione in atto e aderiremo a tutte le iniziative di lotta per la scarcerazione degli arrestati e in difesa della libertà di lottare contro lo sfruttamento, per i diritti e la democrazia”.
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Carlo Mazzoli
Democrazia ucraina…
Maurizio
questi ascari garanti delle multinzionali della logistica che siedono in quel covo di lacchè di regime impropriamente detti parlamento e senato vanno fermati e con ogni mezzo
Pasquale
…e i confederali vanno a braccetto col drago.
Giovanni
All’ orizzonte si profila la negazione dei diritti e l’ obbligo del “silenziatore sociale”, tipico delle democrature occidentali.
Ma, per “lor signori”, e’ in arrivo un autunno imprevisto e foriero di sorprese e, questo, sara’ un elemento politico da sfruttare…..