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Logistica. Anche la Procura di Milano conferma le denunce fatte da Usb

Una volta di più, le inchieste giudiziarie genuine confermano la giustezza di quanto USB va denunciando da sempre: il mondo della logistica, quello senza il quale l’Italia si paralizzerebbe, è una montagna di merda.

Dopo il caso DHL (multinazionale delle poste tedesche) di un anno fa, oggi la Procura della Repubblica di Milano ha disposto il sequestro preventivo di ben 102 milioni di euro (200 miliardi del vecchio conio) a Brt-Bartolini e a Geodis Cl (multinazionali francesi), oltre che ad Antonio Suma, un intermediario che fornisce manodopera alle due società.

L’accusa del pm Paolo Storari si sostanzia in una complessa frode fiscale con l’utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti e la stipula di contratti di appalto fittizi per la somministrazione di manodopera.

Esattamente quel che USB ha sempre denunciato, cioè il fenomeno delle finte cooperative che aprono e chiudono in un amen, senza lasciare traccia di sé, con relativa evasione di oneri fiscali e previdenziali che massacra i lavoratori e si traduce in una perdita secca per le casse dello Stato, cioè per tutti noi.

Si arriva alla situazione, tanto scandalosa quanto paradossale, che vede Brt-Bartolini contare su pochi dipendenti diretti ma avere a disposizione una platea di ventimila corrieri e magazzinieri che fanno capo a ben 2900 società cooperative. Una strategia comune a tutte le multinazionali del settore, che permette di drogare il mercato intossicando però i lavoratori e le loro famiglie, in gran parte immigrati.

È contro queste vergogne che USB si è battuta e si batte contro padroni e padroncini in lotte che hanno visto l’uccisione ai magazzini Gls di Piacenza del nostro delegato Abd el Salam, e a volte contro procure secondo le quali nella logistica italiana “tutto va bene madama la marchesa” e i veri cattivi sono i sindacati che pretendono dignità e giustizia per i lavoratori.

USB saluta con soddisfazione l’operazione della Procura di Milano e continua a lottare perché attraverso le vertenze si riesca a internalizzare lavoratori vittime consapevoli sia delle multinazionali che dei sedicenti imprenditori italiani, molti dei quali agiscono alle dipendenze dirette del malaffare.

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