È in corso al Terminal 3 dell’aeroporto di Fiumicino un flash mob organizzato dall’ USB e dalla CUB per denunciare la grave vicenda che ancora interessa lo scalo. I sindacalisti stanno sfilando con mascherine e tute bianche, a simbolica denuncia del fatto che i lavoratori sono stati lasciati senza protezioni per giorni e giorni, anche in assenza di dati certificati sulla salubrità dell’aria.
A farne le spese sono soprattutto i precari, i primi ad essere licenziati per la chiusura di molte attività ed il ridimensionamento dell’operatività dello scalo, lavoratori per i quali le istituzioni non hanno avviato nessun intervento di emergenza. Ancora più vergognosa è la situazione che stanno vivendo quei precari rimasti intossicati perché impiegati da subito nelle aree limitrofe a quella bruciata: allo scadere del contratto non vengono richiamati proprio per la loro condizione di salute.
Nonostante i continui balletti di responsabilità sulla tutela della salute dei lavoratori, che da oltre due mesi prestano attività in quel terminal ancora fortemente compromesso, destano ulteriori forti preoccupazioni le dichiarazioni del dipartimento Ambiente dell’ Istituto Superiore di Sanità, secondo cui la diossina è “tra le 10-30 volte superiore al valore limite”. È pertanto urgente procedere alla bonifica immediata di tutta l’area e soprattutto avere chiarezza delle modalità e dei tempi. A questo si aggiunge l’emergenza occupazionale in un sedime già pesantemente provato da una continua perdita di posti di lavoro.
L’USB e la CUB, che da oltre due mesi sono in prima linea su questa vicenda, chiedono un intervento urgente delle Istituzioni. La battaglia continua in tutte le sedi e con tutti i mezzi a disposizione per il diritto alla salute e al lavoro.
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