Due giganti della logistica come BRT e Geodis vengono inquisiti dalla magistratura milanese per aver eluso ed evaso le tasse servendosi di varie cooperative e società in appalto. La prima misura che i magistrati adottano è il sequestro dei conti correnti di committenti e fornitori di servizi, ma questa giusta azione produce il paradosso che ora ci sono lavoratori a cui non arrivano stipendi e tredicesima.
A Piacenza, solo per citare due casi, sono rimasti con le tasche vuote i dipendenti dell’appalto Whirpool-Scerni di Monticelli d’Ongina e di Burberry-Nippon nel polo logistico di Le Mose.
Per l’ennesima volta emerge il fatto che il sistema degli appalti è criminogeno, che favorisce l’evasione tanto contributiva che retributiva, l’infiltrazione della malavita organizzata e la creazione di lavoratori di serie B, quelli alle dipendenze dei fornitori di servizi, che hanno trattamenti economici peggiori di quelli assunti dai committenti, cioè dai veri padroni.
Di queste schifezze che stanno emergendo non si è accorta la Procura della Repubblica di Piacenza che dal 2017 ha preferito intercettare (ben 24.000 pagine di trascrizioni telefoniche) e indagare i sindacalisti conflittuali della logistica, quelli che la malavita e le frodi le hanno contrastate con lotte molto radicali.
Si tratta di quelle organizzazioni sindacali che la Prefettura piacentina ha escluso dai tavoli e dalla redazione dei protocolli per la legalità nella logistica. Se ci avessero consultato avremmo indicato la soluzione semplice: chiudere con il sistema malato degli appalti e assumere direttamente, cioè internalizzare, tutti i lavoratori. Ci guadagnerebbero le casse dello stato, le condizioni di vita dei lavoratori, la legalità, la civiltà del lavoro.
USB chiederà alla Prefettura, nell’incontro che si terrà nel pomeriggio di oggi, mercoledì 21 dicembre, garanzie certe per i lavoratori piacentini, in particolare che i committenti si assumano la responsabilità solidale del pagamento degli stipendi e di tutti gli istituti contrattuali che gli appaltatori non potranno eventualmente onorare.
Chiederemo inoltre che la Prefettura rappresenti al governo la richiesta forte di USB per una riforma degli appalti che per quanto riguarda la fornitura di servizi non contempli l’intermediazione di mano d’opera, ma l’assunzione diretta dei lavoratori e per quanto riguarda la realizzazione di opere non tolga i limiti di tutela ambientale e i rigidi controlli sulla legittimità della spesa.
Lotta alla mafia, difesa ambientale, utilità sociale della spesa, difesa dei diritti nel lavoro, contrasto all’evasione fiscale sono le buone pratiche che possono scaturire dalla fine del sistema malato degli appalti.
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