…per i contratti del Pubblico Impiego
32 miliardi di euro. È questa la cifra che occorrerebbe secondo il Sole 24 Ore (certamente un giornale non amico dei dipendenti pubblici) per riallineare le retribuzioni dei lavoratori pubblici all’Ipca, strumento di indicizzazione dei salari al ribasso considerato che non tiene conto nemmeno dell’aumento dei prezzi dei beni energetici.
Insomma il minimo sindacale che, a spanne, ammonterebbe a circa 300 euro di aumenti netti in busta paga.
Si tratta esattamente della proposta che USB ha formulato per tutto il mondo del lavoro e che sarà al centro della piattaforma dello sciopero generale del 26 maggio.
Mentre il governo Meloni continua sulla strada inutile e pericolosa del taglio del cuneo fiscale (qualche decina di euro in busta paga finanziato dal taglio del welfare) è davvero singolare che sia il giornale di Confindustria a fare i conti in tasca al governo.
Ma naturalmente non basta registrare asetticamente la drammatica condizione salariale dei lavoratori pubblici, occorre costruire una poderosa mobilitazione che consenta di riprenderci quello che da decenni ci hanno sottratto.
300 euro di aumenti netti in busta paga, non un euro di meno e no alla truffa del taglio del cuneo fiscale! Oramai lo dice anche il Sole 24 Ore ovvero l’organo di Confindustria…
Il 26 maggio sciopero generale!
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