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Non si può mettere il futuro industriale del paese nelle mani delle multinazionali

Il tavolo convocato lunedì 19 al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, presenti il ministro Adolfo Urso e la sottosegretaria Fausta Bergamotto, aveva l’ambizioso scopo di rappresentare insieme lo stato dell’arte dei settori Automotive, Elettrodomestico e Siderurgia, con un focus specifico sulla vertenza ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia.

USB ha posto con forza la necessità di affrontare il grave quadro di deindustrializzazione dell’Italia attraverso la determinazione di vere politiche industriali, in particolare quelle necessarie per affrontare il contesto della transizione ecologica e digitale. Il tavolo ha confermato che la scelta di mettere nelle mani delle multinazionali il futuro produttivo di questo Paese si sta dimostrando estremamente sbagliata.

Sull’Automotive, il primo tema affrontato, emerge con chiarezza la drammaticità della situazione: il Governo sta agendo con estremo ritardo nel contesto della transizione ecologica e digitale e USB ha posto con forza la necessità di un intervento complessivo, che crei strumenti dedicati ad accompagnare le transizioni, anche per quanto riguarda tutta la filiera dell’auto che oggi si ritrova ad essere più esposta ed in pericolo.

Il Governo deve intervenire nel rapporto con Stellantis, chiedendo conto del quadro degli investimenti nei vari plant, gli obiettivi produttivi e di conseguenza va sancito un accordo che determini garanzie su occupazione e produzione, non escludendo anche l’utilizzo di strumenti innovativi come la riduzione di orario a parità di salario.

Sul settore dell’elettrodomestico USB ha voluto porre l’accento sui limiti che oggi ha un settore condizionato anche dalla deindustrializzazione stessa e l’impoverimento delle famiglie. Il tema del risparmio energetico oggi entra nel vivo in questo settore dove devono essere favoriti ed incentivati prodotti ad alto risparmio energetico.

Sulle importanti vertenze come Whirlpool ed Electrolux, abbiamo confermato come sia essenziale la convocazione di un tavolo specifico sul “bianco” e ovviamente quelli specifici su queste vertenze che devono essere gestiti in assoluta trasparenza. Da Electrolux ci aspettiamo di sapere quali siano le reali intenzioni dell’azienda sulla possibile vendita e soprattutto vogliamo capire che impatto può avere un’operazione del genere sul quadro degli stabilimenti italiani e sull’occupazione.

Su ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, ci saremmo aspettati qualche notizia in più rispetto la prosecuzione di quelle che sono state le indicazioni dell’azienda nei precedenti incontri, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti della governance e di come la multinazionale ArcelorMittal non stia facendo nulla per far decollare il progetto di riconversione industriale, mentre continua l’utilizzo spregiudicato della cassa integrazione e nel frattempo la fabbrica cade a pezzi.

 

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1 Commento


  • Luciano

    Come ex dirigente del settore automotive ed altro sono pienamente d’accordo sul condannare l’abbandono alle multinazionali del nostro settore industriale.La nostra ultima classe politica é fortemente colpevole dell’ attuale situazione che ci condanna ad una totale insignificanza a livello internazionale.La loro é stata pochezza culturale e presunzione dimenticando che una nazione é forte e stimata se oltre alla forza della finanza ha sopratutto la forza della produzione. Bisognava ed urge ancora difendere con ogni mezzo tutti i ns prodotti e non regalare il nostro know how per pochi o molti dollari come é stato fatto.Ora stiamo già pagando questo terribile errore e manderemo le nostre classi giovanili a cercare lavoro in Nord Africa spostando le ns produzioni in quei paesi ,dopo aver subito l’invasione dei prodotti che alcuni grandi paesi del far est hanno imparato a produrre su nostro insegnamento remunerato.Quando anche i giovani industriali e la nuova classe politica si sveglieranno??

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