Già prima di arrivare al panettone avevamo lamentato la totale indifferenza del governo Meloni e del Ministro delle Infrastrutture Salvini per le politiche abitative, per cui veniva stanziato poco o niente a fronte di un disagio abitativo ormai dirompente in tutto il territorio nazionale.
eravamo inoltre confrontat3 collettivamente con le azioni di sgombero violento che hanno interessato le città di Bologna, Catania e Monza, con le passerelle di Salvini in Val di Susa, e col cospicuo aumento dei finanziamenti per armamenti e grandi opere inutili e dannose come il Ponte sullo Stretto di Messina.
Le nostre già non lusinghiere considerazioni trovano ancora più corpo nel fatto che lo stanziamento reale nelle finanziaria per le politiche abitative del prossimo anno sarà poco meno di cinquanta milioni, mentre Salvini promette di “investire nei prossimi anni almeno 100 milioni per finanziare alcune attività come: recupero del patrimonio immobiliare esistente e riconversione di edifici aventi altra destinazione pubblica, si pensa ad ex caserme ed ospedali non più operativi; destinazione ad edilizia residenziale pubblica sociale delle unità immobiliari private rimaste invendute” (cit.).
Uno stanziamento di questa entità ha il sapore della beffa ed effettivamente sarebbe stato quasi meglio vederlo totalmente azzerato, poiché sappiamo bene che 50 milioni sono a una cifra a malapena sufficiente a coprire singoli progetti di recupero e riuso nei singoli contesti locali, figuriamoci per riqualificare ed innovare l’edilizia residenziale pubblica a livello nazionale!
Nel frattempo, la vera sostanza del Piano Casa da tempo evocato da Salvini sembra essere ancora una volta le mani dei privati sui nostri territori e sull’offerta abitativa, come anticipato dal ministro nel corso del primo tavolo di confronto avvenuto al Ministero il 19 dicembre sulle misure di contrasto alla crisi abitativa.
A questo consesso sono stati invitati esclusivamente soggetti interessati a fare profitto sull’abitare, da Assoimmobiliare a Confedilizia, passando per Legacoop Abitanti e FIMAA (Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari).
Nessun movimento, soggetto sindacale e sociale che agisce quotidianamente sul terreno dell’abitare dalla parte di chi si trova in condizione di povertà abitativa è stato coinvolto in questo incontro, né sembra essere parte del percorso che si sta mettendo a punto per i prossimi anni di Governo Meloni.
A latere dei due spicci stanziati per il recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e il recupero del patrimonio, infatti, il Ministro parla esplicitamente di rafforzamento della locazione privata per affrontare l’emergenza abitativa.
Una contraddizione in termini visto che, ad esempio, l’aumento vertiginoso degli sfratti dal 2022 al 2023 (mediamente di più del 200 percento a livello nazionale!) è determinata proprio dalla totale mancanza di regolamentazione del mercato delle locazioni.
Come dimostra d’altronde il ridicolo rialzo della cedolare secca per la seconda casa adibita a uso turistico: misura spacciata per regolamentazione degli affitti brevi, ma che non intacca minimamente la rendita e gli interessi alla base dei fenomeni di espulsione e gentrificazione che ormai riguardano tutti i territori, dalle città alle aree interne.
Il 16 gennaio ci sarà il nuovo appuntamento del tavolo sul Piano Casa, apparecchiato sempre per gli stessi soggetti.
Intendiamo mobilitarci in quella giornata dalle h.16 sotto il Ministero delle Infrastrutture per fare sentire la voce di chi non gode di nessuna considerazione da parte di Salvini, e che anzi diventa controparte nel momento in cui decide di organizzarsi per resistere a uno sfratto, vivere dentro un immobile abbandonato, reclamare diritti sociali anziché aspettare la carità o che qualche briciola caschi dal tavolo.
Vogliamo condividere con tutte le realtà con cui ci siamo confrontat3 nel corso dello scorso anno (e non solo) le nostre idee per quella giornata, sperando che possa essere assunta da tant3 come una tappa di mobilitazione e un volano per quell’incontro di persona di cui avevamo parlato e che, visto lo scenario in cui ci troviamo, ci sembra ancora più utile e necessario.
Conosciamo fin troppo bene le difficoltà logistiche che realtà autofinanziate come le nostre devono affrontare; tuttavia, riteniamo che sia imprescindibile incontrarsi di persona per non disperdere le energie e gli spazi di confronto che con cura e fatica collettive siamo riuscit3 a intessere nuovamente durante l’anno 2023.
Nel corso della ultima call nazionale le città di Milano e Ancona si erano generosamente offerte di ospitarle per non ripetere l’appuntamento di Roma, che pure resta a disposizione.
Visto lo scenario che si prospetta di fronte a noi, proponiamo di rivederci nuovamente online mercoledì 11 gennaio alle h.19 in serata per riprendere il filo dei percorsi comuni e capire in che modalità organizzare il nuovo incontro di persona di cui abbiamo parlato nelle scorse settimane.
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