Prosegue la mobilitazione dei ferrovieri della manutenzione infrastruttura di Rfi per chiedere il ritiro del nefasto accordo siglato il 10 gennaio tra azienda ed Organizzazioni Sindacali (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Orsa Ferrovie, Uilt Trasporti, Ugl AF, Fast-Slm).
Dopo l’altissima partecipazione allo sciopero del 12 febbraio, promosso dal sindacato USB con il pieno sostegno dell’Assemblea, la raccolta di oltre 3200 firme di dissenso verso l’accordo, la diffusa campagna social di protesta, l’Assemblea Nazionale dei Lavoratori della Manutenzione ha indetto per il 13 marzo la sua prima azione di sciopero, a cui aderiranno sicuramente i sindacati di base (Cobas e USB).
Il dissenso dei lavoratori, manifestatosi per prima cosa in maniera spontanea nella disdetta dell’iscrizione ai sindacati firmatari dell’accordo, è proseguito nella costruzione ed adesione al progetto dell’Assemblea Nazionale dei Lavoratori della Manutenzione, struttura assembleare autorganizzata dei ferrovieri del settore nata all’indomani del 10 gennaio con il chiaro obiettivo della sua revoca.
L’Assemblea Nazionale denuncia infatti che tale accordo smantella tutte le tutele contrattuali su orari, nastri di lavoro e riposi giornalieri e settimanali ed erode le tutele normative su salute e sicurezza incidendo pesantemente sulle condizioni psicofisiche e sulla gestione della vita privata e sociale dei lavoratori. Un accordo, che nelle varie assemblee e confronti tenuti, nelle sue parti essenziali era stato rigettato e rifiutato dai lavoratori ma nonostante ciò firmato dalle Organizzazioni Sindacali senza interpellarli. Organizzazione stesse che stanno ignorando anche le oltre 3200 firme di protesta a loro consegnate.
L’Assemblea Nazionale evidenzia che i lavoratori si stanno riprendendo il protagonismo che gli spetta e ribadisce che chi ha firmato il 10 gennaio non li rappresenta e non ha alcun mandato per farlo. Il messaggio che l’Assemblea Nazionale invia a tutti è:
“State tranquilli non ci fermeremo, avanti verso lo sciopero del 13 Marzo”
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