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Hanno fatto il deserto e lo hanno chiamato ferrovie: sciopero il 25 e 26 gennaio

I ferrovieri torneranno in sciopero il 25 e 26 gennaio, per denunciare decenni di smantellamento occupazionale e dismissione di strutture produttive e di servizio. Questo ha prodotto mancanza di sicurezza, come di tutele per i lavoratori e un servizio inadeguato per i cittadini.

Lo stato di degrado è allarmante: i responsabili politici e manageriali devono prendersi la piena responsabilità, a cominciare dal Ministro Salvini che dovrebbe ascoltare le rivendicazioni di chi lavora invece di attaccare, continuamente, il diritto di sciopero.

I tentativi di distogliere l’opinione pubblica parlando tentativi di sabotaggio sono tragicomici: si dovrebbe, altrimenti, immediatamente ricorrere a misure per mettere in sicurezza lavoratori ed utenza, mentre i treni continuano a correre.

I disservizi sono il frutto di decenni di speculazione sulle spalle dei lavoratori: il vero sabotaggio, in atto da decenni, è quello verso diritti e tutele di cittadini e lavoratori.

Il 25 e 26 gennaio è sciopero di tutto il settore attività ferroviarie. I lavoratori chiedono un contratto che garantisca:

  • Adeguamenti salariali veri;
  • Sicurezza sul lavoro e nella circolazione ferroviaria;
  • Riduzione dell’orario di lavoro a parità di stipendio;
  • Dignità economica e professionale;
  • Partecipazione e democrazia sindacale.

I ferrovieri scioperano contro la logica di speculazione e di profitto per i privati, che mette a rischio anche il diritto alla mobilità di tutta la cittadinanza, in un Paese sempre più colpito dall’inflazione: aumenta la crisi, aumenta la lotta

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