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Eternit: morto De Cartier, risarcimenti a rischio

E’ uscito di scena all’improvviso, senza clamore, così come senza clamore aveva partecipato, solo perchè obbligato e senza proferire parola, al maxi-processo Eternit, la più grande causa mai promossa in Europa e nel mondo contro i responsabili delle migliaia di morti di amianto.
Il barone belga Louis De Cartierde Marchienne é morto ieri notte alla veneranda età di 92 anni, nella sua Turnhout, al confine con l’Olanda, a meno di due settimane dalla giornata in cui la Corte d’appello di Torino avrebbe dovuto decidere se dichiararlo colpevole o meno di disastro doloso. In primo grado era stato già condannato a sedici anni di carcere. Che era ovvio che il miliardario non avrebbe mai scontato vista l’età.
Ma ora la scomparsa di DeCartiersi abbatte sulle migliaia di parti civili, i malati e i parenti delle persone decedute a causa dell’amianto lavorato in quattro stabilimenti italiani della Eternit. ”Il processo si estingue – spiega il suo avvocato, Cesare Zaccone, nel ribadire che il suo assistito era estraneo ai fatti contestati – e quindi vengono meno tutte le disposizioni della sentenza”. Ciò significa anche azzerare gli indennizzi per circa 80 milioni che erano stati quantificati dal tribunale. ”Andremo avanti lo stesso non per accanimento ma per dovere” annuncia Bruno Pesce, coordinatore dell’Afeva, l’associazione delle vittime, da Casale Monferrato (Alessandria), la città in cui il minerale killer ha colpito più duramente con quasi duemila vittime. Ma bisognerà ricominciare da capo con una lunga causa civile. DeCartieraveva affrontato il processo di Torino con profondo distacco, senza partecipare alle udienze e senza far sentire la sua voce. L’attenzione dei media e del pubblico, in Italia e nel resto del pianeta, si era così concentrata sull’altro imputato, il miliardario svizzero Stephan Schmidheiny, uno degli uomini più ricchi in circolazione. Ma per i pm Raffaele Guariniello, Sara Panelli e Gianfranco Colace, che ne avevano rintracciato il nome setacciando i complicati intrecci societari della galassia Eternit negli anni Sessanta e Settanta, erano entrambi responsabili. Durante la seconda guerra mondiale DeCartierfu catturato dei tedeschi e rinchiuso in un lager; scappò e si unì all’Armata Rossa, poi rientrò in patria ad occuparsi della Brepols, azienda editoriale di libri religiosi e di carte da gioco. Di lì partì per la realizzazione di un vero e proprio impero industriale che, pur a conoscenza della pericolosità estrema delle fibre di amianto per la salute e l’ambiente, continuò a lavorarle per decenni, condannando a morte migliaia di persone.

 Qualche giorno fa era stato colpito da una leggera ischemia: non era niente di grave e i suoi legali non avevano chiesto di bloccare il processo. Poi il decesso, ieri notte.

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