II tribunale di Paola ha assolto gli ex responsabili e dirigenti della Marlane di Praia a Mare, accusati, a vario titolo, di omicidio colposo per la morte di lavoratori dello stabilimento e di disastro ambientale. Tra gli imputati anche Pietro Marzotto.
La Procura aveva chiesto condanne da 3 a 10 anni. Caustico il commento a caldo di uno dei legali di parte civile, Rodolfo Ambrosio: “non mi aspettavo una assoluzione, mi sembrava abbastanza palese che le responsabilità ci fossero e fossero chiare”.
Secondo l’accusa, la morte un centinaio di operai nel corso degli anni sarebbe avvenuta per tumori provocati dall’inalazione dei vapori emessi nella lavorazione dei tessuti, in modo particolare nel reparto di tinteggiatura.
La condanna più alta, 10 anni, era stata chiesta per l’ex sindaco di Praia a Mare, Carlo Lomonaco, ex responsabile del reparto tintoria. Per Pietro Marzotto l’accusa aveva chiesto sei anni di reclusione; per Silvano Storer, ex amministratore delegato del gruppo (5 anni); Jean De Jaegher (5 anni); Lorenzo Bosetti, ex sindaco di Valdagno (Vicenza) e consigliere delegato e vicepresidente della Lanerossi (5 anni); Vincenzo Benincasa (8 anni); Salvatore Cristallino (3 anni); Giuseppe Ferrari (4 anni e sei mesi); Lamberto Priori (7 anni e sei mesi); Ernesto Antonio Favrin (5 anni); e Attilio Rausse (3 anni e sei mesi).
Il presidente della Corte, Domenico Introcaso, ha letto il dispositivo, dopo 10 ore di camera di consiglio, davanti a diversi parenti delle vittime, che stamattina hanno anche inscenato un sit-in davanti al tribunale di Paola.
Dicendo loro che “il fatto non sussiste”. Il tumore in serie dev’essere dunque un dono di dio…
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