Menu

Presidio al tribunale di Varese: “Riaprite le indagini su Beppe Uva”

Lo avevano annunciato nei giorni scorsi e stamattina puntuali si sono presentati con striscioni, cartelli e volantini davanti al Tribunale di Varese per un presidio in concomitanza con l’udienza preliminare nel corso della quale si decideranno le sorti dei due medici per i quali il Sostituto Agostino Abate ha chiesto il processo ritenendoli responsabili della morte di Giuseppe Uva, il 38enne artigiano varesino morto dopo una notte passata al Comando provinciale dei carabinieri. Secondo i familiari fu massacrato di botte dai militari ma le indagini condotte proprio da Abate non hanno mai fatto luce sulle circostanze della morte dell’uomo, orientandosi insistentemente nei confronti dei sanitari dell’ospedale dove venne portato Uva in fin di vita.
Oggi l’ennesimo presidio di parenti e sostenitori della battaglia di verità e giustizia iniziata quel 14 giugno del 2008 dalla sorella della vittima Lucia. All’appuntamento si sono presentati fra gli altri Ilaria Cucchi e Domenica Ferrulli per chiedere  che sia finalmente riaperto il caso e che si facciano nuove e serie indagini. Davanti al Palagiustizia sventolavano striscioni con scritto ‘Abate sappiamo chi é Stato’ con preciso riferimento al magistrato inquirente che nelle ultime settimane ha denunciato per diffamazione Lucia Uva, i giornalisti de Le Iene e i due autori del docu-film “Nei secoli fedele”, Adriano Chiarelli e Francesco Mengoni. Al presidio ci sono anche rappresentanti di alcune associazioni come il Tavolo della pace e Amnesty international. Tra i manifestanti anche il segretario di Rifondazione comunista Paolo Ferrero.
“Mio fratello non è morto a causa dei farmaci, il pubblico ministero deve andare a vedere cosa è successo dentro quella caserma” ha ribadito per l’ennesima volta Lucia Uva. ”Tanti casi di violenze delle forze dell’ordine non vengono alla luce – ha spiegato invece Ilaria Cucchi ai giornalisti – ma a Varese é ancora più grave perché tutti sanno quello che é successo ma il pm si ostina a non voler indagare. Ora il processo rischia la prescrizione – ha proseguito -, e in questo caso la vicenda verrebbe insabbiata definitivamente”.
Durante il presidio cronisti e attivisti sono stati informati del fatto che ieri Angela De Milato, la figlia di Lucia, ha ricevuto una lettera dalla presidente della camera Laura Boldrini in cui esprime la sua solidarietà alla famiglia e la disponibilità a fornire l’aiuto necessario per far luce sulla tragica vicenda.
Intanto in una nota il Consiglio Superiore della Magistratura ha fatto sapere che gli esposti presentati allo stesso CSM a carico del pm di Varese Agostino Abate sono stati esaminati e poi archiviati dalla commissione competente, e che gli atti sono stati trasmessi ai titolari dell’azione disciplinare, il ministro della Giustizia e il Pg presso la Corte di Cassazione. La nota del Csm prende posizione sulle “notizie apparse sulla stampa secondo cui il Csm non avrebbe dato risposta agli esposti”. Gli esposti, precisa l’organo di autogoverno dei magistrati, “rispettivamente pervenuti dall’Unione Camere Penali Italiane in data 27.05.2010, da Mauro Corradini in data 20.04.2011, da Patrizia Moretti, Domenica Ferulli e Ilaria Cucchi in data 9 e 23.11.2011, da Luigi Manconi in data 9.11.2011 e da Lucia Uva in data 18.01.2012, sono stati tempestivamente esaminati e hanno determinato la Commissione a disporre la trasmissione degli atti, laddove non inviati direttamente dagli esponenti, al ministro della Giustizia e al Procuratore generale presso la Corte di Cassazione, titolari dell’azione disciplinare”. Pertanto, riferisce ancora il Consiglio, ”sono stati archiviati, non potendo il Csm valutare il merito dei provvedimenti giurisdizionali e avendo facoltà di disporre unicamente il trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale del quale, nel caso di specie, non sussistono i presupposti.”

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *