Nuove indagini sul caso di Davide Bifolco, il 16enne ucciso con un colpo di pistola sparato da un carabiniere al Rione Traiano di Napoli, nella notte tra il 4 e il 5 settembre di un anno fa.
Questa mattina sarebbe dovuto cominciare il processo a carico del militare, ma il giudice Ludovica Mancini ha accolto l’istanza per un supplemento istruttorio disponendo un rinvio al prossimo 19 novembre, appunto per permettere agli investigatori di scavare ancora, nella speranza che si riesca ad arrivare a un minimo di chiarezza almeno per l’inizio del dibattimento. Presente in aula anche Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano, una delle vittime più note di ‘malapolizia’.
Nell’ultima movimentata udienza, lo scorso 23 luglio, il pm Manuela Persico, titolare delle indagini insieme al procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso, aveva concluso la requisitoria con la richiesta di condanna per il carabiniere imputato solo di omicidio colposo: 3 anni e 4 mesi di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti generiche equivalenti.
Ma alla fine è stata accolta la richiesta dell’avvocato Fabio Anselmo, legale di parte civile per la famiglia Bifolco, di riaprire e approfondire le indagini. Prima dell’inizio del processo verranno sentiti il consulente di parte e un perito balistico. «Per noi si tratta di un omicidio volontario – ha detto Anselmo –, bisogna riformulare il capo d’imputazione, non può essere omicidio colposo».
Insieme al perito balistico, verranno poi sentiti anche i due carabinieri che erano di pattuglia quella notte nel quartiere Traiano insieme al militare inquisito.
Fuori dal palazzo di giustizia di Napoli, mentre dentro venivano disposti il rinvio e l’avvio delle nuove indagini, si era radunata una piccola folla, tra militanti dei centri sociali e parenti e amici della giovane vittima. Intorno, un presidio con una cinquantina di uomini in divisa e ben sette mezzi blindati. La tensione non è mai esplosa davvero, soltanto un’esultanza quando si è appresa la notizia che le indagini non sono ancora finite.
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