Nel suo bolettino mensile presentato stamani, l’istituto centrale di Francoforte ha ammesso che «la possibilità di una futura crisi del debito sovrano non può escludersi completamente». E quidi continua a chiedere «un meccanismo permanente di gestione delle crisi, per affrontare una crisi di liquidità o di insolvenza a livello sovrano». Probabile che fosse già nota, al momento di stendere il testo, la decisione delle agenzie di rating di tagliare il voto sia alla Grecia che alla Spagna, riaprendo di fatto una fase di speculazione sui titoli di stato di questi paesi.
Di fatto, la Bce propone una governance più stringente dei debiti pubblici nazionali, conferendo “al centro” poteri discrezionali più ampi. «Occorre che nel 2011 tutti i governi diano piena attuazione ai rispettivi piani di risanamento. Ove necessario, devono essere tempestivamente intrapresi ulteriori interventi correttivi per assicurare progressi verso la sostenibilità delle finanze pubbliche».
Il Consiglio direttivo della Bce infatti «ritiene che le proposte legislative presentate dalla Commissione Ue permettano di compiere alcuni progressi nel miglioramento della sorveglianza economica e di bilancio nell’area». In materia di sorveglianza, sottolinea, «manca tuttavia quel salto di qualità necessario ad assicurare il regolare funzionamento dell’Uem». Come indicato nel parere della Bce del 17 febbraio in merito a tali proposte, sottolinea ancora l’Istituto di Francoforte, «affinchè il nuovo quadro risulti realmente efficace nel lungo termine occorrono requisiti più stringenti, una maggiore automaticità delle procedure e una più chiara attenzione ai paesi più vulnerabili che registrano perdite di competitività».
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