Menu

Crisi Usa: assegni di disoccupazione tagliati in massa

La misura non dovrebbe toccare quanti stanno in questo momento usufruendo del benefit, ma non appena i singoli stati avranno approvato le leggi relative – interesserà certamente quanti saranno licenziati da qui a qualche mese. La ragione dei tagli è scontata: i disoccupati crescono rapidamente e le casse pubbliche non riescono a coprire la differenza a loro carico (in parte paga lo stato centrale). Gli stati sono perciò costretti a indebitarsi con un fondo federale e ad aumentare le relative tasse alle imprese locali.
Decisamente hard, invece, la motivazione con cui viene «gestita» mediaticamente: «ridurre la disoccupazione». Al punto che la Florida prevede di abbassare la copertura dell’assegno a sole 12 settimane se si riuscirà a ridurre la disoccupazione sotto il 5%. Possono star tranquilli: in questo momento viaggia all’11.9%. In prima fila in questa autentica «campagna ideologica» con immediate ricadute pratiche sono ovviamente i repubblicani. Ma anche i governatori democratici stanno impugnando le forbici per ridurre – magari in modo meno drastico – il periodo di disoccupazione «retribuita». L’idea di fondo è chiara: se non hai un lavoro la colpa è solo tua.

In altri casi, come in Indiana, si cerca invece di limitare direttamente il diritto a percepire l’assegno, magari rivedendo anche i criteri di calcolo. Insomma: meno tempo e assegni magri. Gli effetti sulla capacità di consumo medio negli Stati uniti si potranno misurare sono da qui ad un anno, dunque. Mentre già ora si può prevedere un aumento nei pignoramenti delle case. Il che fa retroagire un problema sociale sulla macroeconomia statunitense. Ieri, infatti, si è avuta la conferma che il mercato immobiliare continua a perdere colpi (vendite -16,9% in un anno, ai minimi storici in termini assoluti); e anche i prezzi, logicamente, sono in picchiata (-8,9% in un anno). Una dinamica deflazionistica che va a colpire direttamente gli asset in possesso delle banche: sia dal lato immobili pignorati e svalutati, sia da quello delle «garanzie» per i prodotti finanziari «derivati».

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *