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La guerra del rating

Scrive IlSole24Ore:

Si era già ritagliata i titoli dei giornali a novembre quando aveva deciso di declassare da “AA” ad “A+” il rating degli Stati Uniti. Ora Dagong, l’agenzia di valutazione cinese, ha peggiorato la pagella anche di un altro mostro sacro della finanza mondiale: la Gran Bretagna. Ieri Dagong ha abbassato il rating sulla corona britannica da “AA-” ad “A+”. Ha invece confermato il giudizio dell’Italia, che venerdì scorso aveva invece subìto la riduzione dell’outlook da parte di S&P.

La guerra tra le americane Moody’s e S&P (che mantengono per gli Stati Uniti il voto massimo di “Tripla A”) e la cinese Dagong (che invece continua a declassare Usa e Gran Bretagna) dunque continua: alle decisioni delle prime, sembra ribattere la terza con scelte diametralmente opposte.

Certo è che i declassamenti su Usa e Gran Bretagna decisi da Dagong hanno punti di partenza non certo peregrini: i due Paesi sono zavorrati da debiti immensi, da deficit in crescita e faticano a rimettersi in carreggiata. È forse più facile contestare Moody’s e S&P, che – da buone americane – mantengono i giudizi sui due Paesi al livello massimo. Ma è anche vero che in un Paese come la Cina, dove tutto è statale, è lecito domandarsi quanto indipendente sia l’agenzia Dagong.

 

Appunto. QUanto indipendenti sono Moody’s e S&P che continuano a dare la “tripla A” a paesi che, se fossero non anglosassoni, sarebbero già stati bombardati e conegnati alla speculazione finanaziaria? Ah, già, la speculazione finanziaria… Goldman Sachs, Citibank, Bank o America, Royal Bank of Scotland, ecc… In quali paesi fanno base?

L’arbitro non c’è. La partita è senza regole. Questa è – brutalmente – la situazione.

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