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Anche l’Italia finisce sotto l’attacco delle agenzie di rating

Nello stesso giorno in cui il FMI ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita  economica dell’Italia, l’agenzia di rating Moody’s sta valutando la possibilità di tagliare il rating sul debito dell’Italia. Attualmente il rating è fissato ad Aa2. L’eventuale taglio è legato ai rischi insiti nella crescita, nell’andamento dei mercati finanziari e alla capacità del governo di ridurre il deficit. L’agenzia ha reso noto oggi che i bond italiani sono stati messi sotto revisione per un possibile downgrade, mentre ha riaffermato il rating di breve termine al livello Prime -1.
Moody’s cita come primo fattore dietro alla messa sotto revisione del rating i rischi per la crescita economica dovuti alla “debolezza macroeconomica strutturale e alla probabile risalita dei tassi d’interesse nel tempo”. Debolezza strutturale che per Moody’s ha a che fare con “bassa produttività e importanti rigidità nel mercato del lavoro e dei prodotti”. L’Italia ha recuperato finora “solo una frazione dei sette punti di prodotto interno lordo che ha perso durante la crisi globale”.
Al secondo punto tra i motivi della messa sotto revisione i rischi legati alla messa in pratica dei “piani di consolidamento fiscale richiesti per ridurre il debito pubblico e tenerlo a livelli gestibili”. Potrebbe rivelarsi difficile generare l’avanzo primario di bilancio necessario a dare inizio a “una solida tendenza al ribasso”, secondo Moody’s, che cita la recente bocciatura delle proposte sull’acqua ai referendum come prova del fatto che il governo ha difficoltà a fare approvare politiche di riforma. Terzo punto “i rischi legati alle mutate condizioni per gli emettitori sovrani europei fortemente indebitati”, con il mercato sempre più pronto a punire i paesi con “peso del debito più alto della media, come l’Italia”.

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha limato al ribasso le stime di crescita italiane a +1%, ovvero con un calo di 0,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di aprile, in un contesto di rallentamento globale della ripresa, appesantita dalla crisi del debito europea e dai rischi di contagio e dagli Stati Uniti, la cui ripresa è debole.
Nel 2012 la crescita italiana è confermata al +1,3%. Il Fmi invita l’Italia, insieme a Canada e Polonia, a una più rapida attuazione dei piani di risanamento: il deficit quest’anno si attesterà al 4,1% per poi scendere al 3,2% nel 2012, meglio della media di Eurolandia. Resta elevato il debito, sopra il 120% del pil sia quest’anno sia il prossimo a 120,6% e 120,3%.

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