Per gli analisti del fondo Blackrock l’Italia è più a rischio di Irlanda e Ungheria. Ecco perché
di Andrea Franceschi
L’Italia è più a rischio di Ungheria ed Irlanda, uno dei paesi salvati dal default dall’Unione europea. Questa è l’opinione degli analisti del fondo americano Blackrock che ha recentemente creato un nuovo indice sul rischio sovrano che monitora 44 paesi. Nella classifica dei meno stabili, la società colloca ai primi posti Grecia e Portogallo definendo i loro debiti pubblici “insostenibili”. Seguono poi Venezuela, Egitto, Italia, Ungheria e Irlanda. Tra i più virtuosi ci sono invece la Norvegia, che ha un debito pubblico estremamente basso, la Svezia, la Svizzera e la Finlandia.
Come mai il nostro paese, che pure vanta rating decisamente migliori dei paesi che affianca nella classifica, viene giudicato in maniera così negativa? Per rispondere a questa domanda occorre prima spiegare cos’è il “Blackrock Sovreign Risk Index”. Il fondo americano, alla luce della crescente attenzione dei mercati per la situazione della Grecia, ha infatti deciso di elaborare un indice sulla stabilità dei debiti sovrani. L’opinione degli analisti del fondo americano, che gestisce asset per oltre 3.000 miliardi di dollari, è che dati “classici” come rapporto debito pubblico/Pil non bastino da soli a misurare la situazione dei conti pubblici di un paese.
Occorre prendere in considerazione altri parametri, come ad esempio lo “spazio fiscale”. Questa voce – si legge nel report di Blackrock – misura quanto il debito pubblico di un paese è vicino a raggiungere la soglia dell’insostenibilità e quanto imponenti sono le misure che dovrebbe mettere in atto per riportare il debito sotto controllo. Si tratta in sostanza di un parametro che misura i margini a disposizione per un governo per mettere in atto le manovre correttive necessarie a evitare un default.
L’Italia, che in queste settimane sta varando un’imponente manovra finanziaria per arrivare al pareggio di bilancio nel 2014, ha uno spazio fiscale limitato secondo gli esperti del fondo americano. In primo luogo perché ha un calendario delle scadenze dei titoli di stato non proprio favorevole. Nei prossimi due anni – fanno notare – andrà a maturazione il 43% del totale del corposo debito italiano. Il rimborso più consistente avverrà nel 2012: 183 miliardi e 831 milioni di euro secondo la banca dati Capital Iq di Standard & Poor’s. Nel 2013 invece saranno 123 miliardi e 355 milioni di euro.
«Nonostante l’Italia sia riuscita a contenere il deficit – si legge nel report – gli interessi che Roma paga sul debito esistente, combinati con la crescita “anemica” dell’economia e il progressivo invecchiamento della popolazione sono un grosso ostacolo sulla via del risanamento». A questo poi bisogna aggiungere il fatto che l’Italia fa parte dell’Eurozona. Questo significa che l’Italia non può “stampare moneta” (come si faceva ai tempi della lira, ndr) se le difficoltà dovessero farsi sentire.
Gli analisti di Blackrock assegnano poi punteggi scarsi alle istituzioni del nostro paese, giudicate deboli rispetto ad altri paesi europei. In ultimo un accenno al sistema creditizio, recentemente messo sotto osservazione dall’agenzia di rating Moody’s. Seppure le banche italiane, passate indenni dalla tempesta finanziaria del 2008, non rappresentano una minaccia per l’economia italiana, gli analisti di Blackrock sono convinti che occorra fare di più sul fronte del rafforzamento del capitale.
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