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E ora? Il panico si allarga o “si contiene”?

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Ed ecco un po’ di valutazioni di giornata sula stampa padronale.

 

 

 

Da Repubblica

L’ANALISI

Borse, quando arriva l’Orso
la volatilità è ai massimi

di LUCA PAGNI

MILANO – La parola d’ordine sui mercati è volatilità. In meno di due ore, giusto per citare il caso più clamoroso, Parigi è passata dal guadagnare oltre due punti percentuali rispetto alla chiusura di ieri pomeriggio a perderne quasi quattro e mezzo e recuperarne nel giro di una decina di minuti altri due. Perché di una cosa gli operatori si dicono convinti: il mercato ha virato al ribasso e, per dirla in gergo tecnico, siamo in pieno “Orso”.

E in situazioni come queste, c’è poco da fare, si vende, anche e soprattutto i titoli che permettono una buona plusvalenza. Ecco spiegato perché Francoforte stamane è scesa fino a perdere il 7 per cento: soltanto il 7 luglio scorso, il Dax, l’indice principale, era ai massimi dell’anno, non molto distante dal record raggiunto nel 2007, prima dell’inizio della crisi. Secondo gli operatori questo non può che avere un significato preciso: quando le cose volgono al peggio, si portano a casa a guadagni e ci si mette alla finestra.

Ed è anche la spiegazione per cui la Borsa di San Paolo ha perso quasi il 20 per cento in un paio di sedute: dopo il boom degli ultimi anni, l’economia brasiliana sta rallentando e c’è il sospetto che i prezzi delle azioni siano sopravalutate e nel dubbio anche in questo caso si vende.

Ma non c’è solo una tendenza, tra gli operatori, ad andare al ribasso. Le condizioni del mercato permettono di guadagnare sfruttando l’elevata instabilità dei listini: l’indice di volatilità, che misura la velocità con cui cambia il prezzo delle azioni è ai massimi dal giugno 2010 quando è scoppiata la crisi della Grecia. E siccome quando la volatilità sale, il mercato scende, è anche chiamato l’indice della paura. A buon intenditor…

 

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da Il Sole 24 Ore

Le Borse europee recuperano nel finale. Wall Street festeggia dopo la Fed: Dj +430 punti

In un primo momento non ha fatto bene il comunicato della Federal Reserve ai listini americani. Wall Street è tornata repentinamente a cedere terreno. Ma il nuovo affondo al ribasso è durato molto poco: alla fine la Borsa di New York festeggia la decisione della Fed – definita dal Financial Times «aggressiva» e «mirata a dare fiato all’economia in difficoltà» – di lasciare i tassi invariati ai minimi storici fino a metà 2013. Il Dow Jones chiude a +3,98% e 430 punti, risalendo (dopo tre sedute drammatiche, in cui le perdite sono state circa del 10%) saldamente sopra quota 11mila punti, il Nasdaq a +5,29% e lo S&P500 a +4,74 per cento.

Chiusura positiva, qualche ora prima, anche per le Borse europee al termine di una seduta sulle montagne russe. Gli indici hanno aperto in rialzo per poi sprofondare a metà mattinata e riprendere quota dopo l’apertura positiva di Wall Street. Al termine degli scambi l’indice FTSE MIB, debole per tutto il pomeriggio recupera e chiude in rialzo dello 0,52% analogo andamento per il FTSE IT All Share (+0,50%). Recupera anche il DAX 30 di Francoforte, la peggiore borsa europea, che si attesta intorno alla parità al termine degli scambi. Balza il CAC 40 di Parigi che segna un rialzo dell’1,63 per cento.

Focus Piazza Affari
A Piazza Affari la seduta è stata particolarmente volatile in tutti i settori. I titoli bancari hanno segnato dei decisi rialzi per poi terminare le contrattazioni in contrasto: Unicredit invariata, Intesa Sanpaolo (che aveva guadagnato oltre 6 punti percentuali) ha chiuso in rialzo dell’1,16%; performance positiva per la Banca Popolare di Milano (+7,82%), in rialzo Banca Mps (+1,63%), Ubi Banca +0,8%, Mediobanca +1,16%. Bene anche gli assicurativi: acquisti su Fondiaria – Sai (+2,08%), Generali +0,96%, Milano Assicurazioni +2,09%. Seduta di rimbalzi per i titoli del Lingotto con Fiat che ha chiuso in rialzo del 3,2%, Fiat Industrial +1,33%, Exor +2,33%. Penalizzati oggi gli energetici: Eni -1,15%, Enel in calo dello 0,77%. Male anche Telecom Italia, -1,89%

Cala la produttività degli Usa
Poco prima dell’apertura degli scambi sono stati diffusi dati non proprio incoraggianti sulla ripresa dell’economia americana. La produttività negli Stati Uniti (escluso il settore agricolo) nel secondo trimestre dell’anno è infatti scesa dello 0,3%, dopo il -0,6% del primo trimestre (dato rivisto al ribasso rispetto alla precedente stima di una crescita dell’1,8%). Si tratta del primo calo della produttività dal 2008. Lo ha reso noto il dipartimento del Lavoro. Il dato è risultato comunque in linea con le attese degli analisti. Il costo del lavoro nel secondo trimestre ha registrato un aumento del 2,2%, e del 4,8% nel primo trimestre (dato rivisto al rialzo).

Continua a calare lo spread Bund-BTp
Le operazioni della Bce sul mercato secondario alleviano le tensioni sul mercato dei titoli di stato. Lo spread tra i Btp decennali e i bund tedeschi è sceso a 280 punti dopo essere tornato ieri sopra quota 300, mentre quello dei decennali spagnoli è a 268 punti. Da notare l’ascesa del differenziale dei decennali francesi che si attesta a 86 punti, dopo aver toccato un massimo di giornata di 90 punti. La Francia è il paese europeo più esposto con i paesi del sud Europa. A fine luglio lo spread dei decennali francesi era a 60 punti, mentre quello dei Btp si attestava intorno ai 330 punti.

Mercati asiatici
Intanto in Asia, dove i mercati hanno chiuso in forte ribasso, l’oro ha toccato il nuovo record di 1.772,09 dollari/oncia, per poi superarlo poco prima di mezzogiorno toccando i 1.779,7 dollari per oncia. Prithviraj Kothari, presidente della Bombay Bullion Association, ha stimato che possa toccare i 1.800-1.820 dollari entro questa settimana.

Petrolio ancora in calo: il greggio con consegna a settembre perde il 6,9% a 75,71 dollari al barile negli scambi elettronici di New York. Il Brent per settembre è risalito a 101,07 dollari al barile dopo aver perso il 4,8% a 98,74 dollari sul mercato di Londra.

 

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