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Aumenta l’Iva, occhio ai prezzi!

Qui di seguito gli articoli dalla stampa di oggi che mettono meglio sull’avviso gli acquirenti.

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Aumenta l’Iva, corsa agli «arrotondamenti»?
Settore auto in difficoltà, tra aumento dei prezzi e dell’Ipt. Patrimonio pubblico: immobili ai privati? Parte anche il «bollo» obbligatorio sulle rimesse dei migranti irregolari

Francesco Piccioni
Occhio al cartellino dei prezzi, oggi. Scatta infatti l’aumento dell’Iva – dal 20 al 21% – e riguarderà in pratica tutte le merci (tranne quelle che hanno l’aliquota agevolata, come i libri, il pane, quasi tutti i generi alimentari, oscillanti tra il 4 e il 10%; qui bisognerà esercitare il massimo dell’attenzione, perché nessun aumento o quasi potrà esser giustificato l’Iva). Ma è praticamente certo che ci saranno molti casi di «cresta» operata da commercianti che fanno conto sulle difficoltà di calcolo dei clienti meno reattivi, a partire dagli anziani.
Un punto percentuale equivale infatti a un aumento dell’0,8333 per cento; chiaramente non sempre traducibile in euro o centesimi interi. Quindi ci sarà spazio per i terribili «arrotondamenti», quasi solo verso l’alto. Una regola semplice è però questa: se un certo prodotto, ancora ieri, costava 1,20 o 120 euro, l’aumento netto sarà rispettivamente un solo centesimo o un solo euro. Ovviamente, non è altrettanto semplice calcolare lo scarto con cifre differenti.
Le associazioni dei commercianti sono state fra le più decise nel tentare di contrastare l’introduzione di questa misura, perché giustamente timorose di un possibile calo delle vendite sul medio periodo. Bisognerà ora vedere se saranno conseguenti. Alcune catene di supermercati, per esempio, hanno deciso di lasciare i prezzi invariati – al netto di sempre possibili eventi eccezionali legati alla stagione – fino alla fine dell’anno. Poi, naturalmente, provvederanno al «ritocco»; magari scontando che l’attenzione dei clienti si sarà nel frattempo focalizzata su altri eventi.
Anche le compagnie petrolifere hanno preferito «star ferme» per due giorni consecutivi in attesa della pubblicazione della manovra in Gazzetta Ufficiale. Oggi spareranno i nuovi listini, che a rigor matematico dovrebbero salire di 1,32 centesimi per la benzina e di 1,22 per il diesel. Vedremo se resteranno entro questi limiti o «sforeranno» adducendo mutamenti del prezzo del greggio (ma ieri il barile, quotato alla borsa di Chicago, ha perso un dollaro e mezzo; quindi…).
Il settore che più sta dando segnali di nervosismo è comunque quello automobilistico. I concessionari continuano a sfornare cifre sugli aumenti indotti da un doppio rincaro: quello dell’Iva, appunto, che «determinerà un aggravio dei costi di quasi 220 euro per ogni auto acquistata», e il contemporaneo aumento dell’Ipt, che porterà l’immatricolazione di una Panda a 232 euro (e via a salire, per le auto più costose e a seconda dei regolamenti provinciali). Ma non è davvero l’unica norma che costringe i cittadini a figure imbarazzanti. Molti, in farmacia, si sono sentiti chiedere «quant’è il suo reddito?» dal commesso, obbligato – pare – a far pagare un ticket differenziato a seconda degli scaglioni retributivi.
Parte anche il «bollo» obbligatorio – 2%, importo minimo 3 euro – sulle rimesse dei migranti irregolari. Un’idiozia completa voluta dalla Lega per farne parlare nei bar delle valli. Mentre si attenderà con infinita pazienza di verificare l’incisività delle norme «contro l’evasione» (dal restyling del «redditometro» al «carcere per gli evasori» che dovessero distrattamente non pagare 3 milioni di imposte, ma solo nel caso rappresentino almeno il 30% del loro fatturato).
Silenzio di tomba invece sulle «misure per la crescita». Le prime ipotesi appartengono al genere horror. Tipo la donazione di immobili pubblici a quei privati disposti a realizzare «grandi opere» pubbliche con i propri soldi. Un altro modo di regalare patrimonio di tutti agli «amici degli amici», che per costruire un chilometro di autostrada fanno levitare i prezzi di 4 o 5 volte…

da “il manifestO” del 187 settembre 2011
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Una giornata alle prese con la nuova Iva

di Mauro Meazza e Gianpaolo Tosoni e all’interno articolo di Renato Portale


Cosa significa nella vita di tutti i giorni un punto in più nell’aliquota Iva? Per orientarsi, vi proponiamo una “giornata dell’Iva”, nella quale si passano in rassegna attività e beni con cui veniamo a contatto tutti i giorni per evidenziare quali subiranno l’aumento.

Da quando?
L’aumento dell’aliquota ordinaria Iva dal 20 al 21% scatterà da sabato 17 settembre.

Cosa?
Non tutti i beni né tutti i servizi vengono colpiti dall’aumento. L’Iva prevede infatti un’aliquota ridotta al 10% che si applica a molti beni alimentari, alle ristrutturazioni edilizie e ad altro ancora. Prevede poi un’aliquota ultraridotta al 4%, per i generi di prima necessità (pane, latte ecc).
La legge (il Dpr 633/72) dispone espressamente su quali beni e servizi si applicano le aliquote del 4 e del 10. Quel che non e’ compreso in questi elenchi va all’aliquota ordinaria del 20, dal 17 settembre 21%.

L’acqua, la birra e la logica delle aliquote
Scorrendo l’elenco dei beni e dei servizi non è sempre semplice comprendere qual è l’aliquota corretta. Ad esempio, c’è spesso confusione sulle aliquote Iva da applicare alla birra e all’acqua minerale: quando vengono servite al bar, sono soggette a un’aliquota del 10%, ma se vengono acquistate nei negozi sono invece al 20% (viene meno la volontà di agevolare ristorazione e servizi). Nel Dpr 633/72, tuttavia, la distinzione non compare e si cita solo la percentuale ridotta. Spesso, poi, beni apparentemente simili hanno aliquote differenti.

La giornata
L’elenco che proponiamo va quindi letto tenendo conto di queste avvertenze. Evidenziamo i prodotti soggetti al rialzo dell’aliquota. Le aliquote ridotte non sono invece interessate dal rincaro.

 

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