La Borsa di Milano perde il 3.71% ed è la maglia nera in Europa. A quanto si legge sulle agenzie la colpa della sberla sarebbe da imputare alle politiche di rifinanziamento delle banche private ad opera degli stati che finirebbero per determinare la recessione. I dati della crescita della Germania inferiore alle aspettative hanno insomma infettato di pessimismo i listini ed è partito il panico. Che rigore e crescita erano due interventi inconciliabili lo abbiamo sostenuto dall’inizio, il rigore determina recessione, ed il rigore imposto per salvare le banche private è una follia. Oggi le borse hanno scoperto che il capitalismo che le alimenta non è in grado di uscire dalla crisi che loro stesse hanno determinato.
La chiusura è stata pesante per Piazza Affari. L’indice Mib ha ceduto il 3,71% segnando il peggior andamento tra le Borse europee che pure hanno ceduto terreno: Parigi è arretrata dell’1,56%, il Francoforte ha perso l’1,69%, Londra lo 0,91% mentre Wall Street prosegue in ribasso (Dow Jones -1%). In questo contesto l’euro scivola a 1,37 dollari.
C’è anche da dire che le Borse europee sono reduci da due settimane di rialzo (a ottobre l’indice Eurostox 50 è salito di oltre il 10%) con il Mib di Milano che sembrava aver ripreso fiato meglio di altri. Ma sulla situazione, per ciò che riguarda l’Italia, si è inserita la crisi di Governo (domani si vota la fiducia in Parlamento, elemento che ha fatto impennare a 370 punti lo spread tra i BTp e i Bund e quello tra BTp e Bonos spagnoli che ha toccato oggi un nuovo record). Secondo il Sole 24 Ore “si può capire perché oggi Piazza Affari è stata di gran lunga la peggiore fra le Borse europee”. A ciò si deve aggiungere la forte esposizione del listino milanese sui titoli bancari (che incidono per oltre il 20% della capitalizzazione complessiva) oggi pesantissimi, con le big più volte sospese.
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