Con l’aggravante che l’aumento dell’Iva – dal 20 al 21%, con l’ultima manovra – ha fatto muovere anche i prezzi dei generi che oagano un’aliquota inferiore (come i prodotti alimentari).
L’Istat ha diramato oggi i suoi dati. Che descrivono una situazione un po’ meno violenta di quella da tutti percepita, ma comunque inconfutabile.
Il tasso d’inflazione annuo a settembre è salito al 3,0% dal 2,8% di agosto. I giornali di regime enfatizzano molto il fatto che l’istituo abbia rivisto al ribasso le stime provvisorie (+3,1%). Fino al punto di lasciar credere che l’inflazione stia diminuendo! E invece si attesta al livello più alto dall’ottobre 2008. Il dato incorpora solo parzialmente gli effetti dell’aumento dell’Iva. Su base mensile la variazione è nulla.
Partcolarmente grave è la crsa dei prezzi nella “fascia bassa” dei prodotti che costituiscono il comune “carrello della spesa”. Qui si è registrato un aumento di prezzi superiore alla media. Per il raggruppamento dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti) la crescita è stata del 3,7% su base annua (ad agosto era al 3,6%) contro un tasso d’inflazione al 3,0%, raggiungendo così il livello più alto dall’ottobre del 2008 . Lo comunica l’Istat, aggiungendo che l’aumento su base mensile è stato dello 0,3%.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa