Gli aumenti delle accise sui carburanti, sette dall’inizio del 2011 ad oggi, danno i loro frutti. Tra gennaio e settembre di quest’anno le casse dell’erario hanno goduto, tra iva e accise, di incassi per 27,5 miliardi di euro, ben il 15,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2011, pari a 3,7 miliardi aggiuntivi sull’anno scorso.
Un’impennata registrata a dispetto dell’andamento dei consumi, crollati di circa il 10%. Complici i prezzi alti e la crisi economica, che ha spinto gli italiani a cambiare abitudini ma che ha soprattutto ridotto gli spostamenti di persone e di merci, i consumi di carburanti sono da mesi in picchiata. Così come quelli petroliferi. Ma i continui ritocchi delle accise (il più consistente con il Salva-Italia, l’ultimo, minimo, ad agosto per reperire risorse a favore dei terremotati dell’Emilia Romagna) sono stati più che sufficienti per far lievitare le entrate.
Secondo i dati dell’Unione petrolifera, a settembre la diminuzione della domanda complessiva di petrolio e prodotti derivati è stata del 14,8% pari a 920.000 tonnellate in meno rispetto a settembre 2011, con consumi scesi a circa 5,3 milioni di tonnellate. Con due giorni di consegna in meno, la benzina ha mostrato un calo del 18,2% (-147.000 tonnellate) rispetto a settembre 2011, mentre il gasolio autotrazione del 15,6% (-345.000 tonnellate).
I dati vanno sicuramente messi in relazione anche con il ridimensionamento drammatico del mercato auto, visto che lo scorso mese le immatricolazioni sono crollate del 25,5%. Il calo di settembre ha così acuito il declinante andamento registrato da inizio anno. Nei primi nove mesi del 2012, i consumi sono stati infatti pari a circa 48,6 milioni di tonnellate, con un calo del 9,3% (-4.977.000 tonnellate) rispetto allo stesso periodo del 2011. La benzina ha mostrato una flessione del 10,7% (-760.000 tonnellate), il gasolio del 9,9% (-1.903.000 tonnellate).
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
