Qualcuno ha parlato molto eufemisticamente di un bicchiere mezzo pieno. In realtà, dal lato del lavoro e delle famiglie, è un bicchiere quasi completamente vuoto. I contribuenti che si dichiarano al fisco – e non certo chi si nasconde o evade – sono circa 38 milioni e sono quelli che presentano il 101, il 730 o il modello Unico dichiarando fino a 28mila euro di reddito. Sono il 57% dei contribuenti e per questa platea l’effetto della riduzione della pressione fiscale sarà pari all’1 per cento.
Le classi di reddito in Italia
Classi di reddito (in euro) | Numero contribuenti | Percentuale |
0 – 7500 | 13.713.698 | 35,60% |
7.500-10.000 | 4.731.250 | 12,29% |
10 -15.000 | 6.294.621 | 16.35% |
15 -30.000 | 11.000.245 | 28,57% |
30 -50.000 | 331.200 | 4,64% |
50 -70.000 | 579.927 | 1,51% |
70 -100.000 | 207.874 | 0,54% |
Oltre 100.000 | 186.216 | 0,49% |
TOTALE | 38.504.195 | 100 |
I primi quattro scaglioni di reddito (in pratica quelli afferenti al lavoro dipendente)
I scaglione
Reddito tra 0 e 15.000 euro
Il primo scaglione IRPEF coinvolge i contribuenti con un reddito compreso tra 0 euro e 15.000 euro. In questo caso l’aliquota 2012 IRPEF è stata del 23% e adesso scenderà al 22%. Fino all’entrata in vigore della nuova aliquota ciò corrispondeva – nel caso di massimo reddito per questa fascia – ad una tassazione di 3.450 euro. Facendo un rapido calcolo, nella prima fascia sono ricompresi tutti i lavoratori che percepiscono un reddito non superiore a 1.250 euro.
II scaglione
Reddito tra 15.001 e 28.000 euro
Il secondo scaglione IRPEF è quello che comprende i redditi tra da 15.001 euro a 28.000 euro. L’aliquota riservata a questa fascia era del 27% e scenderà al 26%, con una tassazione – nel caso di reddito più alto – di 6.960 euro. Sono rappresentati da tale categoria le persone con reddito mensile non superiore a 2.335 euro.
È importante evidenziare che a partire dal secondo scaglione in poi (quindi in caso di reddito maggiore rispetto a quello con aliquota base), si applica l’aliquota successiva solo per la parte eccedente di reddito.
III scaglione
Reddito tra 28.001 e 55.000 euro
Il terzo scaglione di reddito è quello compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro, per contribuenti con un reddito massimo di 4.583 euro. L’aliquota IRPEF 2012 è fissata al 38% sulla soglia eccedente la seconda, (ossia si applica il 38% solo per la quota di reddito che supera i 28 mila euro, ai quali si applicherà l’aliquota precedente del 26%). In questo caso, la quota IRPEF era pari a 17.220 euro nel caso di reddito più alto.
IV scaglione
Reddito tra 55.001 e 75.000 euro
Il quarto scaglione IRPEF coinvolge tutti i contribuenti da 55.001 euro a 75.000 euro, che presentano un reddito mensile non superiore a 6.250 euro. Per questi contribuenti, l’aliquota IRPEF sulla quota eccedente il precedente scaglione (fino a 55.000 euro tassati al 22% e al 27% nella parti relative) resta del 41%
Intervenendo sulle aliquote centrali (quella del 23% e del 27%) la riduzione di un punto concessa dal governo produce effetti su tutta la curva Irpef. Infatti mano a mano che il reddito cresce, il taglio della pressione fiscale si spalma su tutti i restanti 8 milioni di contribuenti Irpef. Per fare due rapidi conti un contribuente che dichiara 20mila euro con i primi due scaglioni ante legge di stabilità 2013 e al netto di possibili detrazioni e deduzioni deve al Fisco 4.800 euro di imposta. Con la riduzione delle due aliquote al 22 e al 26% il risparmio per il contribuente è solo di 200 euro (l’imposta dovuta scende infatti a 4.600 euro). Meno di venti euro al mese che comunque difficilmente potranno bilanciarsi con l’aumento di un punto delle due aliquote Iva del 10 e del 21% le quali produrranno comunque un aumento dei prezzi e si ripercuoteranno assai di più sul potere d’acquisto e sui consumi. Di fatto è solo una partita di giro che però ha permesso ai giornali di regime di sparare titoloni e falsa euforia sul fatto che “il governo Monti riduce le tasse”. Non solo, il complesso della manovra fiscale mette mano anche a quelle deduzioni e detrazioni che consentivano ai lavoratori contribuenti di recuperare qualcosa.
C’è infatti una doppia stretta che riguarda le deduzioni previste dall’articolo 10 del Tuir come gli assegni al coniuge, le spese per adozioni internazionali, la perdita di avviamento, nonché le detrazioni d’imposta del 19% indicate nell’articolo 15 del testo unico. In quest’ultimo caso faranno eccezione solo le spese mediche. Il meccanismo messo a punto per recuperare risorse da “girare” a copertura del taglio dell’Irpef prevede per le deduzioni l’introduzione di una franchigia di 250 euro per i redditi superiori a 15mila euro. In sostanza per un assegno al coniuge di 300 euro annui la deduzione si riduce a 50 euro. Per le detrazioni d’imposta al 19%, invece, viene introdotta una soglia complessiva di 3mila euro tra tutti gli sconti di cui può beneficiare il contribuente (come, per esempio, interessi passivi per i mutui, spese veterinarie, quelle funebri). Dunque, a conti fatti tra il costo delle “cose” in aumento e sconti fiscali ridotti, la riduzione della pressione fiscale diventa un ulteriore tragico inganno ai danni di lavoratori, pensionati e delle loro famiglie.
In compenso il governo ha ammesso che quando deve tassare i patrimoni e la ricchezza… fallisce il suo obiettivo. La tassa sugli yacht doveva portare nelle casse dello Stato 155 milioni di euro ma ne ha portati solo 24. Gli altri?
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MaxVinella
Per riuscire ad abbassare veramente le tasse, dovresti ridurre l’evasione !!
In realtà con questa manovra fai invece un favore anche agli evasori, in quanto le aliquote che vai a ritoccare al ribasso sono proprio quelle tipiche degli evasori, quelle di artigiani e commercianti che dichiarano meno dei loro dipendenti !!
E’ noto a tutto che gran parte del nucleo sociale ed elettorale del centrodestra è formata proprio dagli evasori, che, non a caso, auspicano un Monti-bis e politiche fiscali implacabili con i lavoratori dipendenti e pensionati, ma lascive nei confronti degli autonomi.