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Il governo porta indietro il paese

E’ inquietante la diagnosi emersa dal rapporto dell’Unioncamere diffuso ieri, soprattutto in un paese che per decenni è stato il simbolo del risparmio delle famiglie. Già nel corso del 2011 quattro famiglie su dieci non sono riuscite a risparmiare nulla, mentre una quota analoga è riuscita a mettere da parte solo il 5% del reddito disponibile. Il presidente di Unioncamere Ferruccio Dardanello, la mette così: “La congiuntura difficile sta durando da troppo tempo. Ora vediamo che ha interrotto una capacità storica di risparmiare che è sempre stata una risorsa preziosissima per il sistema Italia. Il problema è grave dal punto di vista dei risparmi delle famiglie, che vedono assottigliarsi le risorse con cui – per esempio – possono garantire un buon corso di studi e quindi un buon futuro ai loro figli. Ed è altrettanto delicato quando pensiamo al sistema delle piccole e medie imprese italiane, quelle che il più delle volte nascono o finanziano il loro sviluppo proprio grazie all’impiego di risorse private che l’imprenditore mette a disposizione di tasca propria”.  Dunque, oltre all’effetto recessivo delle misure del governo e alla crollo di consumi e investimenti sul mercato interno, l’erosione della capacità di risparmio degli italiani – che devono intaccare la ricchezza messa da parte per andare avanti – diventa secondo l’Unioncamere “l’ennesimo fattore di freno alla ripresa”. A rendere esplicite le dimensioni del problema sono ancora una volta i dati. Nel 2008 il reddito nominale delle famiglie è diminuito. Fra 2009 e 2010 la tendenza si era invertita, ma la crescita si è fermata sotto l’1% (0,9). Nello stesso periodo l’indice dei prezzi al consumo è però cresciuto dell’1,5%. Tirando una riga nera in fondo all’operazione si scopre che tra 2008 e 2010, in media, ogni italiano poteva disporre di un reddito di poco più di 17 mila euro, circa 500 in meno rispetto al 2008.  Dalle dinamiche del reddito dipende direttamente la capacità di risparmiare: dal 2007 ad oggi lo stock nazionale del risparmio è andato sempre calando. Questo succede soprattutto perché, spiega lo studio di Unioncamere, la capacità di accumulo degli italiani dipende essenzialmente dal reddito da lavoro. La simulazione messa a punto dai tecnici delle Camere di commercio valuta che l’occupazione dipendente si sia ridotta mediamente di un punto percentuale l’anno.  

Se il trend dovesse continuare di questo passo, conclude il rapporto, saranno sufficienti poco più di dieci anni per azzerare completamente la capacità di risparmio delle famiglie e altri nove per azzerare lo stock del capitale risparmiato. Se non si trovano contromisure efficaci alla stretta della crisi – soprattutto sul piano della creazione di nuovi posti di lavoro – dice Unioncamere “la speranza di vita media della ricchezza delle famiglie italiane è di vent’anni”. In pratica una generazione. Ma attenzione, la ricchezza delle famiglie che vivono nel Sud è circa del 30% più bassa della media nazionale. In Calabria basterebbero 12 anni di congiuntura simile a quella attuale per azzerare i patrimoni delle famiglie, essere costretti a vendere la casa per mettere insieme il pranzo con la cena.

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2 Commenti


  • luciano

    Eppure, nonostante questo scenario da incubo che dovrebbe risvegliare, non dico la coscienza di classe, ma almeno una contestazione al sistema vasta e maggioritaria,tutto si riduce a qualche episodio limitato a specifiche realtà produttive in fase di smantellamento.E’desolante sapere dai sondaggi che i devastatori di diritti sociali godono ancora del sostegno della maggioranza degli italiani.Quando il peggior ministro del lavoro degli ultimi cinquant’anni sfodera il suo ghigno malefico affermando che gli italiani hanno capito, non è molto lontana dalla realtà,purtroppo!!Siamo l’unico paese in Europa a subire questa infame oligarchia senza reagire in maniera consona all’attacco delle classi dominanti.Purtroppo!!


  • MaxVinella

    Ormai la maggioranza della gente riesce a sopravvivere consumando i risparmi, ma finiti quelli la crisi comincerà a mordere davvero e vedremo anche da noi finalmente la gente in piazza con i forconi !!

    Il problema è che venti anni di berlusconismo hanno ormai operato a fondo sulle coscienze degli italiani, anstetizzandole e trasformando la gente in un popolo “bue” che tutto tollera ed assorbe senza reagire !

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