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Bundesbank contro Draghi. “Alla fine pagheremo noi”

Domani Mario Draghi è atteso a Berlino, al Bundestag, per un chiarimento – in una occasione a dir poco inedita – sulle misure anticrisi di Francoforte, che non piacciono a Jens Weidmann. Ieri il bollettino mensile della Banca centrale tedesca, che prevede una frenata della locomotiva tedesca per la fine dell’anno, torna ad attaccare il management del presidente italiano della Bce: le mosse dell’Eurotower a sostegno dei paesi dell’euro in crisi, è la tesi, si ripercuoteranno sui contribuenti.
«Quanto più efficacemente la politica monetaria sostiene il sistema finanziario dei paesi in crisi – si legge nel bollettino mensile – tanto più fortemente i rischi vengono trasferiti all’eurosistema e distribuiti sulle spalle dei contribuenti dei paesi membri».
In difesa del programma ‘Omt’ ha preso la parola invece, davanti al parlamento britannico, il vicepresidente della Bce Victor Constancio, che ha sottolineato come la Eurotower abbia «molto chiaramente» definito le condizioni che gli Stati devono rispettare se vogliono attivare il programma attraverso cui la Bce compra i loro titoli di Stato.
Si apre intanto un nuovo fronte polemico, stavolta ‘interno’, con la Corte dei conti federale tedesca, che sollecita Bundesbank a un inventario delle riserve auree detenute all’estero. In un rapporto consegnato alla Commissione bilancio del Parlamento tedesco si suggeriscono controlli periodici per «verificare» le riserve, (le più consistenti al mondo dopo quelle Usa), che complessivamente ammontano a un valore di 143 miliardi di euro. Le riserve non sono mai state sottoposte a un controllo, è il ragionamento dei giudici, che mettono in dubbio la legittimità di affidare parte dell’oro alle banche centrali di Francia, Gran Bretagna e Usa sulla base di un mero accordo scritto. Bundesbank però non è sulla stessa linea, ritenendo la verifica inutile e impossibile da realizzare. Il che porrebbe la banale domanda: quell’oro, che figura nei bilanci, se è irrintracciabile, come può essere considerato “patrimonio” tedesco?
Sul fronte delle stime per la l’economia tedesca la Buba scrive che «a una crescita del terzo trimestre potrebbe seguire una stagnazione o anche un lieve calo del Pil nel trimestre finale dell’anno». Dati spiegati con la massiccia contrazione della domanda dei prodotti industriali tedeschi nell’eurozona, non più compensata dal boom dell’export fuori dall’Ue, che pure risente del raffreddamento congiunturale globale. E i numeri sono in linea con quelli del ministero delle Finanze, che segnala «un chiaro rallentamento della congiuntura economica nel quarto trimestre 2012».
«Sull’economia tedesca peserà soprattutto la debolezza congiunturale di alcuni paesi dell’eurozona», scrive il ministero di Wolfgang Schaeuble. Nel corso del 2013 invece il Pil tedesco dovrebbe riprendere a crescere.
Sorprendentemente, gli analisti di Bundesbank non riescono a rendersi conto che è anche la loro politica finanziaria “rigorista” ad affossare le altre economie europee e quindi a restringere i mercati di esportazione per l’economia reale della Germania. Botte piena e moglie ubriaca, ragionano ancora così.

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