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Crisi economica, si ritorna alla terra?

Una risposta “spontanea” che già si sta manifestando in Francia (ma sembra niziata in Gran Bretagna), con i  orti collettivi dove ognuno pu•ò raccogliere gratuitamente ci•ò di cui ha bisogno. In Grecia, la potente chiesa ortodossa, proprietaria di oltre il 40% dei terreni di tutto il Paese (altro che il Vaticano! vien di dire, offre lotti a chi voglia imbracciare zappa e vanga e darsi all’agricoltura.
In Gran Bretagna è nato addirittura un movimentodi base, “Incredible Edible”, proprio nei giorni in cui i correntisti prendevano d’assalto la banca Northern Rock per ritirare i risparmi prima del crack. Questo stesso movimento, in FRancia, ha scelto di  piantare legumi ed ortaggi non nel cortile di casa, ma in luoghi pubblici accessibili a tutti, assumendo il nome di “Incroyables comestibles”. Una forma di “comunismo primitivo” ed essenziale, ma altamente indicativo del tipo di risposta che la crisi del modo di produzione potrebbe generare: se il sistema privatistico, infatti, non è in grado di assicurare all’intera popolazione la possibilità di vivere (non diciamo “dignitosamente, come scrito nella Costituzione italiana, ma semplicemente “vivere”), allora l’unica via rimane quella “collettivistica”, in cui il principio guida è la siddisfazione dei bisogni essenziali di tutti, non l’arricchimento individuale.
Il fenomeno che è cominciato a crescere la primavera scorsa e che si sta allargando ai quattro angoli della Francia, anche grazie all’uso dei social network. L’idea è semplice: piantare un orto davanti a casa e lasciare i frutti a disposizione dei passanti. E piccoli orti sono apparsi nei luoghi pi—ù diversi, dai cortili delle scuole fino allo spazio antistante i commissariati di polizia.
In Grecia, dove la crisi economica attanaglia il Paese con il quinto anno consecutivo di recessione, ma dove si è anche espressa la conflittualità più dura, con scioperi generali a raffica e manifestazioni spesso terminate in aspri scontri di piazza,  il “ritorno alla terra” è partito con una mossa “illuminata” dall’alto.
il capo della potente Chiesa greco-ortodossa, l’arcivescovo Ieronymos, ha offerto ai fedeli la possibilità di coltivare terre di proprietà della Chiesa. «Coloro che vogliano lavorare la terra greca, contribuire alla sicurezza alimentare del Paese e allo sviluppo di una moderna ed esportabile produzione agricola e di bestiame, devono sapere che quel poco che è rimasto delle terre della Chiesa è a loro disposizione», ha detto il primate durante il suo tradizionale messaggio natalizio alla nazione. Non ha però specificato se la terra verrà concessa ai richiedenti dietro pagamento di una somma di denaro.
Il governo conservatore greco, da parte sua, ha già avviato da tempo un programma per offrire terra coltivabile a giovani agricoltori che ne facciano richiesta, ed èŠ stato un boom di richieste, grazie alle condizioni particolarmente favorevoli: 5 euro per acro per stagione, con un massimo di 100 acri a persona. Quasi tutti i 10.000 lotti di terra demaniale sono stati assegnati; e d’altra parte, scriveva qualche tempo fa il New York Times, il settore agricolo greco Š uno dei pochi ad aver segnato una crescita tra il 2008 e il 2010, con 32.000 posti di lavoro creati.

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1 Commento


  • giovanni

    Marx derise con ottime ragioni il socialismo feudale, ma vedo che è un errore che a sinistra si ripete spesso….

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