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Usa. L’abisso incombe


Il presidente americano Obama ha convocato per oggi pomeriggio alla Casa Bianca i leader del Congresso, tra cui lo speaker della Camera, il repubblicano John Boehner, nel nuovo tentativo di trovare un accordo sul piano di riduzione del deficit entro il prossimo 31 dicembre ed evitare il cosiddetto ‘fiscal cliff’, vale a dire l’aumento automatico di tasse e tagli alla spesa pubblica che scattera’ a gennaio salvo un accordo sul debito.
L’espressione fiscal cliff, ovvero “abisso fiscale”, è entrato nel linguaggio economico e politico dalla fine del 2010 ed è stata rilanciata con forza a fine febbraio 2012 da Ben Bernanke presidente della Federal Reserve. Parlando alla Camera Bernanke affermò che «un profondo baratro fiscale fatto di grossi tagli di spesa e aumenti di tasse» avrebbe colpito il paese se la politica non disinnescava il rischio, accordandosi dove tagliare la spesa e dove aumentare le imposte. Il fiscal cliff era stato allora inserito da pochi mesi nel sistema in base al Budget Control Act dell’agosto 2011. Il trattato prevedeva che se una commissione mista del Congresso non fosse riuscita a ridurre il deficit di 1.200 miliardi in dieci anni entro il novembre 2011, sarebbero scattati a partire dal 1° gennaio 2013 tagli automatici di spesa e aumenti automatici di tasse, con la fine delle riduzioni fiscali introdotte da Bush junior del 2001-2003 e varie altre misure. Se ciò dovesse realizzarsi, scatterebbero tra più tasse e meno spesa, 600 miliardi in meno per l’economia statunitense nell’anno fiscale 2013, un pratica una recessione assicurata.

Proprio ieri Obama era rientrato ieri a Washington con qualche giorno d’anticipo dalla sua vacanza natalizia alle Hawaii per mettersi da subito a lavoro e cercare di trovare un’intesa che eviti il baratro fiscale: a gennaio.

Il Segretario del Tesoro Usa Tim Geithner, in una missiva inviata in questi giorni al Campidoglio ha gia’ annunciato che il Dipartimento attuera’ presto delle ”misure straordinarie” per arginare il default economico.
La mossa, che prevede tra l’altro la sospensione del reinvestimento dei contributi pensionistici dei lavoratori federali, consentirebbe di rinviare per un breve periodo il rischio di un collasso assicurando un margine di manovra di 200 miliardi extra. Il 21 dicembre scorso lo speaker della Camera, John Boehner,è stato costretto a ritirare il suo cosiddetto piano di riserva contro il fiscal cliff in seguito al mancato sostegno alla manovra degli stessi parlamentari repubblicani. La mossa prevedeva un aumento della pressione fiscale soltanto per gli americani che guadagnano oltre un milione di dollari l’anno (in pratica solo lo 0,3% della popolazione), una concessione notevole visto che il piano originario prevedeva di aumentare le tasse a quelli che guadagnavano più di 250mila dollari l’anno.
Il Dipartimento del Tesoro americano sta preparando misure ”straordinarie” per evitare che il debito pubblico superi il livello di 16.394 miliardi di dollari (più di otto volte il debito pubblico italiano), una, quota che potrebbe far precipitare il paese nel default. Per domenica prossima è stata convocata una sessione straordinaria del Congresso Usa..

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