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Sale ancora l’inflazione, crollano i consumi

E dire che l’Istat registra persino un “lieve rallentamento”, dovuto s.ioprattutto all’ulteriore frenata dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati, che segnano un calo congiunturale (mensile) dello 0,7%, ma conseguente.a e una crescita tendenziale (annuale) del 7,7%, dall’11,6% di novembre. Insomma, il petrolio ci ha dato una tregua, arretrando leggermente (e infatti il prezzo della benzina è sceso ben sotto i due euro al litro).
Il carrello della spesa è più caro del 4,3% (3,5% due anni fa).
Sulla base delle stime preliminari, il tasso di inflazione medio annuo per il 2012 è pari al 3,0%, in accelerazione di due decimi di punto percentuale rispetto al 2,8% registrato per il 2011.

Nel mese di dicembre 2012, secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,3% su base mensile e del 2,6% su base annua (lo stesso valore registrato a novembre). Il tasso di crescita medio annuo relativo al 2012 è pari al 3,3% in accelerazione di quattro decimi di punto percentuale rispetto al 2,9% del 2011.
Il rapporto completo dell’Istat:

Una scheda riassuntiva del perverso incrocio tra inflazione, tariffe e nuove tasse governative può essere utile. Anche se magari ancora “ottimistica”, perché non tiene conto della quantità di persone che hanno perso il lavoro o si trovano in cassa integrazione, con guadagni ridotti.

Un anno di rincari che si è tradotto in vere e proprie stangate per le famiglie italiane, sia quelle costituite da 3 o 4 componenti che quelle mononucleo, cioè di un solo componente, giovane single o anziano che sia. Con un’inflazione in accelerazione rispetto all’anno prima e che ha viaggiato per quasi tutto il 2012 sopra il 3%, scendendo sotto tale soglia solo negli ultimi tre mesi, gli italiani si sono trovati a fare i conti con aumenti diffusi in tutti i settori (tranne le ormai tradizionali comunicazioni e la sanità).
Secondo elaborazioni del Codacons sui dati Istat relativi alla spesa effettiva delle famiglie italiane, gli aumenti si sono tradotti in 925 euro di spesa in più per i single, 1.458 euro circa in più per una famiglia di 3 persone e 1.545 euro in più per un nucleo famigliare di 4 persone. Per la famiglia media ‘tipò dell’Istat, quella cioè composta da 2,5 persone, la stangata 2012 è stata un po’ meno forte, pari a 921 euro.
– SINGLE E ANZIANI, STANGATA SULLA CASA: Il capitolo che l’Istat definisce ‘Abitazione, acqua, elettricità e combustibili’, in cui sono inseriti l’affitto e le tariffe energetiche, è la voce che ha visto nel 2012 il rincaro più significativo (+7,1%), pesando in modo determinante sui bilanci familiari. Nel caso di una famiglia mononucleo l’aumento annuale è stato di oltre 592 euro, quasi il 60% dell’incremento complessivo di 925 euro. Per i trasporti sono stati spesi invece 138 euro in più e per gli alimentari 91 euro in più rispetto al 2011.
– FAMIGLIA CON UN FIGLIO, PESANO TRASPORTI: Gli aumenti hanno totalizzato per un nucleo di 3 persone, che di media spende intorno ai 35.000 euro l’anno, 1.457 euro. Anche in questo caso, la casa, con il boom delle tariffe di luce e gas registrato l’anno scorso, è la voce che pesa di più. L’incremento del 7,1% si è tradotto in 766 euro in più. Ma anche per il capitolo trasporti (leggi soprattutto carburanti) il rincaro è stato tutt’altro che indifferente: 331 euro in più l’anno. La spesa per gli alimentari è aumentata di 153 euro, quella per abbigliamento e scarpe di 58 euro e quella per mobili, articoli e servizi per la casa di 41 euro. Quasi 11 euro in più anche per l’istruzione.
– FAMIGLIA CON DUE FIGLI, QUASI 1.550 EURO IN PIÙ: Un figlio in più significa circa 100 euro di aumenti in più. Una famiglia di quattro persone si è infatti ritrovata lo scorso anno a fare i conti con aumenti complessivi di 1.545 euro (contro i 1.457 euro di una famiglia di tre componenti). Per la casa il rincaro è stato però in questo caso leggermente inferiore (747 euro), mentre è di 396 euro l’incremento per la voce trasporti e a 171 euro quello per gli alimentari. 67 euro in più sono stati spesi per vestiti e scarpe e 34 in più per ristoranti e vacanze.

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