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Crollo senza fine per l’industria italiana

A marzo 2013 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,8% rispetto a febbraio. Quasi l’uno per cento in un mese solo; ovvero un’accelerazione pesante della discesa verso i basso.
Nello stesso mese, rispetto all’anno precedente, la diminuzione è stata del 5,2%. Nella media del primo trimestre dell’anno la produzione è scesa del 4,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sono numeri pesantissimi, perché già prima del 2012 l’Italia era molto lontana dai “livelli pre-crisi”, ovvero del 2007. Insomma, non solo gli effetti della prima “botta” non sono stati recuperati, ma se n’è aggiunta una seconda, di gravità immediata forse minore, m Nel confronto tendenziale, a marzo 2013, i settori in crescita sono quelli della fornitura di energia elettrica, gas, vapore ed aria (+6,3%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,4%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,8%).
a dalla lunga durata.

L’unico comparto che mostra una crescita tendenziale è quello dell’energia (+2,2%); significative flessioni si rilevano, invece, per i raggruppamenti dei beni strumentali (-8,0%), dei beni intermedi (-6,5%) e dei beni di consumo (-4,5%). Questi ultimi, quindi, risentono direttamente della riduzione di reddito per l’insieme dei cittadini, specie i lavoratori dipendenti (stabili o precari che siano) e i pensionati.

Il settore che, in termini tendenziali, registra in marzo la più ampia variazione negativa è invece quello dell’attività estrattiva (-16,0%).

Schermata del 2013-05-10 112934

Il rapporto completo dell’Istat: 

e le serie storiche: xlsSerieipi.xls81.5 KB

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