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I “salari” che crescono troppo? Quelli dei supermanager

Finalmente un articolo de IlSole24Ore cui non ci sembra il caso di aggiungere nulla. Parla di come i supermanager, quelli che continuamente ripetono che bisogna tagliare sia il costo del lavoro  che i salari nominali, si aumentano ogni anno lo stipendio. Sia che raggiiungano buoni rislutati, sia – più di frequente – che li falliscano. Buona lettura!

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Crescono i compensi dei super-manager di Piazza Affari

di Gianni Dragoni

Il numero uno della Fiat Sergio Marchionne è il manager più pagato tra le società italiane quotate in Piazza Affari nel 2012, con 47,9 milioni di euro complessivi, al lordo delle tasse. Luigi Francavilla, vicepresidente di Luxottica, è il secondo con 28,8 milioni. Federico Marchetti, presidente e amministratore delegato di Yoox, è il terzo con 22,61 milioni.

I cento superdirigenti più pagati di Piazza Affari hanno guadagnato 402 milioni di euro lordi complessivi, vale a dire 50 milioni in più dei primi cento nel 2011 (la torta era di 352 milioni) e un centinaio di milioni in più del 2010, secondo un’inchiesta del Sole 24 Ore basata sui dati che le società quotate sono obbligate a pubblicare.

Nel conto sono compresi gli stipendi, i bonus, eventuali buonuscite, le plusvalenze per l’esercizio di stock option e il controvalore di azioni gratuite assegnate l’anno scorso. Sono esclusi i benefici non monetari, i «fringe benefit» come polizze sanitarie, previdenza integrativa, automobili e case pagate dall’azienda. Talvolta questi benefici raggiungono cifre importanti: il record è di Franco Bernabè, presidente di Telecom Italia, con 490.000 euro di «benefici non monetari», davanti a Giampiero Pesenti, presidente Italmobiliare e Italcementi, con 453.548 euro.

Nel 2012, anno sesto della grande crisi mondiale, sono stati soprattutto i guadagni azionari, come i premi in azioni gratuite o l’esercizio delle stock option assegnate in anni precedenti, a far esplodere le retribuzioni. Questo malgrado i piccoli azionisti e i dipendenti di numerose società non abbiano avuto soddisfazioni. L’indice generale della Borsa (Ftse Italia All share) l’anno scorso è aumentato dell’8,36%, ma negli ultimi 3 anni è calato del 27,39 per cento.

Lo stipendio di Marchionne è aumentato del 48% a 7,16 milioni lordi: 4,27 milioni come a.d. di Fiat Spa, il settore auto che controlla anche l’americana Chrysler, più 2,89 milioni come presidente di Fiat Industrial, camion e macchine agricole. Il grosso del guadagno di Marchionne deriva dalle azioni gratuite («stock grant») che gli sono state assegnate all’inizio del 2012, in base al piano del 2009. Questi titoli il giorno dell’assegnazione valevano 40,7 milioni, secondo i documenti della società.

Il superpremio a Marchionne è stato riconosciuto dalla Fiat in base ai risultati. Se dall’arrivo del manager al Lingotto nel 2004 i conti finanziari dichiarati da Torino appaiono migliorati, anche per l’effetto-Chrysler, a livello industriale in Italia il gruppo Fiat appare indebolito e ha perso quote di mercato: dal 2009 al 2012 la quota di mercato Fiat in Italia è scesa dal 32,8 al 29,6%, in Europa (comprese le nazioni aderenti all’Efta) è diminuita dall’8,7% al 6,4 per cento. Con il bilancio 2012 la Fiat Spa non ha distribuito dividendo ai soci, ha pagato la cedola Fiat Industrial.

In media il compenso totale dei primi 100 manager è di 4 milioni a testa. Se si esclude il guadagno eccezionale di Marchionne, la media dei primi 100 è di 3,6 milioni, il 2,8% in più rispetto alla media 2011 (3,5 milioni). Ci sono 8 superdirigenti con oltre 10 milioni di guadagni, 21 sopra i 4 milioni, 55 oltre i due milioni e 149 con almeno un milione in busta paga (gli ultimi due “mono-milionari” sono Alessandro Pansa di Finmeccanica con 1,02 milioni e Urbano Cairo con 1,005 milioni).

Nei primi sei ci sono 4 manager di Luxottica, che ha aumentato del 24% gli utili netti a 567 milioni e distribuito 273 milioni di dividendi. L’a.d., Andrea Guerra, ha guadagnato 14,34 milioni, di cui 4,3 milioni di stipendio e 10 milioni di controvalore per le azioni gratuite ricevute in base ai risultati, secondo il piano del 2009. In Borsa l’anno scorso le azioni Luxottica sono aumentate del 43% circa.

Più sorprendente è l’acuto di Luigi Francavilla, vicepresidente di Luxottica, nato nel 1937 in provincia di Taranto: ha guadagnato 28,8 milioni lordi, in larga parte plusvalenze per l’esercizio di stock option e per il controvalore di azioni gratuite, i compensi monetari sono limitati a 799mila euro.

Una sorpresa anche il numero tre, Federico Marchetti, fondatore e tuttora azionista (quasi il 7%) di Yoox, giovane azienda bolognese che sviluppa e gestisce su internet negozi online per i principali marchi della moda, entrata in Borsa a fine 2009. Nato a Ravenna 44 anni fa e laureato alla Bocconi, Marchetti ha uno stipendio di 1,65 milioni lordi ed è passato all’incasso di parte delle stock option che si è assegnato. L’intero pacchetto ai fini fiscali valeva, ai tempi della sottoscrizione, una plusvalenza di 20,96 milioni. Intanto le azioni Yoox continuano a correre. La società, che nel 2012 ha fatturato 375,9 milioni con un utile netto consolidato di circa 10 milioni, secondo la Borsa vale 1.129 milioni, poco più della metà di un colosso industriale, sia pure malato, come Finmeccanica.

Tra i manager pubblici il più pagato è l’ex a.d. della Saipem Pietro Franco Tali con 6,94 milioni, 12mo davanti all’a.d. Eni Paolo Scaroni (6,77 milioni, compreso il gettone del cda Generali), Fulvio Conti dell’Enel è 22mo con 3,97 milioni. Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari con diverse altre cariche, è 14mo con 5,7 milioni. Il numero uno della Pirelli Marco Tronchetti Provera è 24mo con 3,77 milioni, il presidente di Exor e Fiat John Elkann 27mo con 3,42 milioni, Diego Della Valle, patron della Tod’s, è 78mo con 1,64 milioni (senza considerare i circa 50 milioni di dividendi).

Tra i banchieri, l’a.d. di Intesa Sanpaolo Enrico Cucchiani è 38mo con 2,66 milioni di stipendio, Federico Ghizzoni di Unicredit è 53mo con 2,06 milioni, tre posti davanti ad Alberto Nagel di Mediobanca con 1,92 milioni. Il più pagato in banca è l’ex capo dei rischi di Unicredit, Kallol Karl Guha, 4,18 milioni, di cui 2,51 di buonuscita dopo meno di 4 anni dall’assunzione.

Solo due donne nei primi 100, la prima anche nel 2012 è Giulia Ligresti con 1,74 milioni, 67ma, la sorella Jonella con 1,1 milioni è 125ma (colpite tre giorni fa da ordine di arresto nell’inchiesta Fondiaria-Sai insieme al fratello Paolo, 131mo con 1,09 milioni). La seconda nei top 100 è Monica Mondardini, a.d. Espresso, con 1,64 milioni è 76ma. La presidente di Mondadori, Marina Berlusconi, è oltre il 200mo posto e ottava tra le donne, con 636.638 euro, preceduta anche da Gina Nieri (Mediaset, 978.908), Alessandra Gritti (Tip, 879.187), Donatella Treu (a.d. Il Sole 24 Ore, 691.854) e Azzurra Caltagirone (664.000).

 

da IlSole24Ore

 

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