Mentre i governi occidentali discettano allegramente della “ripresa” che dovrebbe essere – ma non è – alle porte, il principale motore dell’economia globale, ovvero il petrolio, ha superato il “picco” (il massimo) della produzione possibile già nel 2012.
Non significa che il petrolio è “finito”, ma che l’estrazione giornaliera non riesce più a tenere il passo con la domanda. Persino in un periodo di crisi economica come l’attuale, in cui la domanda di energia è in calo o comunque minore. Quello che già ora manda per coprire la domanda viene coperto con l’aumento dell’estrazione di “petrolio non convenzionale”, ovvero proveniente da sabbie e scisti bituminose (per esempio nello stato dell’Alberta, in Canada), Risorse note, ma certo non così grandi da poter supplire a lungo alla riduzione della produzione “normale”, e diventate economicamente “appetibili” solo da quando il prezzo del greggio si è stabilizzato intorno ai 100 dllari al barile o più.
Ora arriva la conferma del superamento del “picco” da parte di una vasta rete di geologi che monitorano l’andamento della produzione globale.
Se una “ripresa” economica ci dovesse essere, farebbe esplodere la domanda di energia. Ma non c’è più la possibilità materiale di aumentare la produzione giornaliera. Gli effetti sono facilmente intuibili e ben descritte nell’articolo che qui riportiamo, postato ieri notte su ugobardi.blogspot.it
Di Richard Vodra
Da “AspoUsa”. Traduzione di MR
Picco del Petrolio – il tasso sostenibile massimo di produzione globale di petrolio – è avvenuto nel 2012. Questa è una delle conclusioni principali di un nuovo rapporto, Combustibili Fossili e Nucleari – La Prospettiva della Fornitura, pubblicato nel marzo del 2012 dal Energy Watch Group (EWG). Questo evento avrà profonde implicazioni a lungo termine su come i consiglieri dovranno gestire il portafogli dei clienti e su come i clienti dovranno pianificare le loro spese future.
Una consapevolezza chiara delle risorse di un cliente è essenziale prima di sviluppare una strategia lungimirante. Il dibattito nazionale sull’energia è diventato di abbondanza anticipata, nonostante i molti che esprimo preoccupazioni riguardo ai limiti. Eppure tutti i consiglieri hanno lavorato con persone che sembravano prosperose solo per scoprire che questi vivono oltre i propri limiti. Quando i consiglieri finanziari cominciano a lavorare coi clienti, uno dei primi compiti è quello che creare un bilancio onesto. Dobbiamo capire che le risorse di un cliente prima di sviluppare una strategia lungimirante. Questa comprensione è ciò che il EWG cerca di fornire per l’America e per il mondo intero in questo rapporto.
Il EGW è un gruppo di scienziati indipendenti finanziato da una fondazione tedesca privata. Dal 2006 al 2009, il EGW ha pubblicato una serie di rapporti sulle proiezioni delle forniture di uranio (2006), carbone (2007), petrolio (2008) e eolico (2009). La missione dichiarata del EGW è quella di fornire informazioni obbiettive sull’energia e sui limiti dell’offerta delle forniture energetiche e per assistere nel prendere buone decisioni a tutti i livelli.
Basandosi su un esplorazione ravvicinata dei dati da tutto il mondo, EGW conclude che il mondo ha raggiunto il suo massimo livello di produzione di petrolio nel 2012. Il rapporto dichiara anche che la produzione di gas naturale degli Stati Uniti è quasi arrivata fin dove può arrivare e il mondo vivrà il peak everything (il picco di tutto) – il livello più alto della produzione globale di combustibili fossili – dalla fine di questo decennio. Nelle loro parole, dalle pagine 13 e 14 del rapporto:
Secondo il nostro studio, la produzione di carbone e gas raggiungerà i rispettivi picchi intorno al 2020. Il picco complessivo di tutti i combustibili fossili avverrà alcuni anni prima del picco del carbone e del gas e coinciderà quasi con l’inizio del declino della produzione di petrolio. Per questa ragione, il declino della produzione di petrolio – che ci si aspetta in tempi brevi – porterà ad un divario energetico in aumento che diventerà troppo grande per essere compensato dal gas naturale e/o dal carbone. Non sarà nemmeno possibile sostituire il petrolio con altri combustibili fossili nel caso in cui la produzione del gas e del carbone continuino a crescere al tasso attuale. Inoltre, un ulteriore aumento della produzione del gas e del carbone presto esaurirà queste risorse in modo analogo al petrolio. L’offerta mondiale totale di combustibili fossili è vicina al picco, guidata dal picco della produzione di petrolio. Il declino della produzione di petrolio nei prossimi anni creerà un divario sempre più grande che gli altri combustibili fossili non saranno in grado di compensare.
Per coloro che preferiscono le immagini, il grafico sotto mostra le loro previsioni della produzione globale delle risorse naturali chiave legate all’energia:
Come ho scritto
precedentemente, c’è un collegamento ravvicinato fra la crescita economica di una società e la quantità di energia che essa ha a disposizione. I combustibili fossili costituiscono la stragrande maggioranza delle fonti di energia. Quando questi smettono di crescere, l’economia globale farà lo stesso, rivedendo radicalmente le nostre aspettative. Da un’altra prospettiva, tuttavia, l’arrivo involontario del picco dell’uso di combustibili fossili potrebbe rallentare l’aumento dei gas serra e migliorare parzialmente il problema del cambiamento climatico
Tutte le economie e le società del mondo attualmente funzionano sul presupposto sbagliato che i limiti energetici non siano reali, perlomeno per i prossimi decenni. Le conseguenze del fatto che capiamo bene questo aspetto sono sconcertanti.
Tornando al rapporto
L’EGW ha analizzato i dati delle risorse, delle riserve e della produzione da tutte le regioni del mondo, compresi i dati governativi e quelli delle grandi compagnie petrolifere. I totali complessivi sono stati paragonati ai dai di livello granulare e le differenze sono state indicate e spiegate dove possibile. E’ interessante che il gruppo abbia anche confrontato il loro attuale rapporto con le proprie proiezioni dello scorso decennio e con le previsioni fatte dalla statunitense EIA (Energy Information Agency) e dalla IEA (International Energy Agency) e dell’OCSE. Ciò è trasparente ed onesto, anche se i dati tabulari alla basi dei molti grafici non sono stati inseriti (ci sono dei limiti a quello che può entrare in un documento di 178 pagine).
La produzione di petrolio è stata in un plateau circa dal 2005. Il petrolio qui è definito come “petrolio greggio più il condensato” o generalmente ciò che può essere usato come come combustibile da trasporto. Alcuni rapporti sulla produzione usano “liquidi totali”, il che comprende i liquidi del gas naturale che in termini di contenuto energetico non sono equivalenti al petrolio convenzionale. Ci sono aree di frontiera (le acque profonde del Golfo del Messico, il bacino del Mar Caspio, il mare intorno al Brasile) che danno speranza di nuova offerta, ma queste stanno tutte arrivando più lentamente, con meno produzione e a costi più alti di quanto ci si aspettasse un decennio fa. Le economie dell’area OCSE di Europa, Nord America e del Pacifico non hanno recuperato i loro livelli di consumo del 2007 e non è chiaro se mai lo faranno.
La produzione globale di petrolio ha raggiunto un massimo, secondo l’EGW, nel 2012 ed essi si aspettano un 40% di declino della produzione dal 2030. Ciò è radicalmente diverso dal World Energy Outlook della IEA del 2012, il documento energetico annuale semi ufficiale, che prevede che la produzione continui ad aumentare almeno fino al 2030. (Questo rapporto della IEA è anche la fonte principale dell’idea che gli Stati Uniti diventeranno a breve il primo produttore al mondo di petrolio). In particolare, tuttavia, il rapporto del 2012 della IEA ha proiettato numeri di produzione di petrolio globale (liquidi totali) molto più bassi del suo stesso rapporto del 2006. Le sue previsioni per il 2030 sono crollate da 113,8 milioni di barili al giorno nel primo rapporto a 95 mb/g. Al confronto, la produzione media del 2011 è stata di 84,3 mb/g (EGW, pag. 61).
Il rapporto del EGW ha detto che la produzione di gas naturale comincerà a declinare presto in Nord America ed Europa, ma la produzione globale continuerà a crescere, raggiungendo il suo massimo intorno al 2019 a causa degli aumenti di produzione in Medio Oriente e Russia. La produzione statunitense di gas di scisto non sarà probabilmente in grado di espandersi significativamente a causa dei sui alti costi ed ai suoi rapidi tassi di declino dei singoli pozzi. I prezzi aumentati potrebbero portare ad un aumento della produzione statunitense, ma i prezzi più alti ridurrebbero anche la domanda di gas negli Stati Uniti e probabilmente metterà in discussione le prospettive di grandi esportazioni statunitensi di gas naturale liquefatto.
Globalmente, il carbone è una sfida, in parte perché solo un parte relativamente piccola della produzione di carbone è disponibile per il commercio internazionale. Potrebbe essere difficile che la produzione in Australia ed Indonesia soddisfi la domanda di Cina e India. Il boom economico cinese è stato alimentato dal carbone, ma le forniture interne cinesi sono limitate. La Cina è passata da essere un’esportatrice di carbone ad esserne la più grande importatrice in meno di un decennio. Il rapporto del EGW mostra il consumo totale mondiale di carbone a circa 4 miliardi di tonnellate all’anno nel 2000, che saliranno a 8,5 miliardi di tonnellate nel 2020, ma che poi riscenderanno a 4,5 miliardi nel 2040.
L’uranio e l’energia nucleare sono a loro volta limitati in diversi modi. Ritardi massicci e superamento dei costi sono comuni nelle miniere di uranio, con la produzione di uranio che ora è al di sotto della domanda. Ci sono molti problemi di costi, sicurezza e legislativi riguardo alla costruzione di una centrale nucleare e gli impianti esistenti hanno superato la loro durata di vita. C’è un grosso rischio di un divario di offerta di uranio, se una grande espansione dell’energia nucleare dovesse aver luogo.
E’ improbabile che l’energia nucleare sarà in grado di essere un sostituto dei combustibili fossili in declino. Inoltre, carbone, gas naturale, uranio e rinnovabili producono principalmente elettricità, a questo punto, e non possono essere usati come combustibili da trasporto.
Gli Stati Uniti raggiungeranno l’indipendenza energetica?
Il rapporto commenta diversi luoghi comuni popolari, in particolare sull’idea che gli Stati Uniti supereranno presto l’Arabia Saudita nella produzione di petrolio. Le riserve di petrolio negli Stati Uniti sono di circa 31 miliardi di barili, in confronto ai 265 miliardi di riserve dichiarate dall’Arabia Saudita, tuttavia il WEO della IEA del 2012 prevede un aumento della produzione in questo decennio di oltre il 25%, rispetto al 3% dell’Arabia Saudita. (EWG 62-63)
Per tornare agli Stati Uniti, il rapporto guarda in dettaglio alla situazione della nostra produzione e delle nostre riserve. Tutto l’aumento della produzione petrolifera americana negli ultimi tre o quattro anni è arrivato dal Texas e dal Nord Dakota, con la produzione altrove sul bilancio che continua a declinare. Di fatto, la crescita viene solo da parti di quegli stati – specificamente, 10 contee in Texas e 4 in Nord Dakota. I tassi di declino in quei pozzi petroliferi di fracking e le aree limitate che offrono opportunità di produzione economica suggerisce che la produzione di petrolio di scisto (o di roccia compatta “tight oil”) crescerà per pochi anni ancora e raggiungerà il picco nel 2017. (Questo è coerente con le conclusioni del recente rapporto di David Hughes sul gas e il petrolio di scisto, Drill, Baby, Drill, così come i dati pubblicati dal Dipartimento delle Risorse Minerali del Nord Dakota). La produzione massima degli Stati Uniti avverrà intorno al 2015, dice il rapporto, in quanto la crescita dello scisto più lenta non è in grado di compensare l’esaurimento altrove. Non ci avvicineremo mai al picco di sempre della produzione statunitense di circa 10 milioni di barili al giorno del 1970.
Sorprendentemente, la situazione del gas naturale negli Stati Uniti è persino peggiore. La produzione totale di gas americana è fortemente aumentata a causa del boom del fracking, ma il EWG vede un breve rabbocco del gas fra il 2012 e il 2014, seguito da un netto declino alla fine di questo decennio. (EWG 153-66) Come ho scritto qui in gennaio, la realtà del fracking è grandemente diversa dalla percezione che ne ha la gente. I pozzi sono costosi e i volumi di produzione declinano rapidamente. La gente che fa affidamento sul gas abbondante e a buon mercato sul lungo termine rimarrà molto delusa.
Oltre le conclusioni generali, in questo rapporto l’EWG indica che, specialmente per il petrolio, misurare la produzione in volume non è la stessa cosa che misurarne il contenuto energetico. Gran parte della produzione di “petrolio” nei nuovi pozzi del Texas è la produzione dei liquidi del gas naturale e i concentrati del gas, che non possono essere usati come combustibili per il trasporto e che hanno un valore energetico per barile molto più basso. Ci sono diversi riferimenti all’aumento del costo della produzione di energia, o per le sempre meno tonnellate di carbone prodotte per ogni minatore, o per il costo sempre maggiore di ogni nuovo pozzo o reattore. Ciò illustra il declino dell’energia netta, o EROEI.
Pensare al futuro
Torniamo dei rapporti finanziari di base. Quando valutiamo le forniture di combustibili fossili, ciò che conta non è tanto la produzione di punta, ma l’energia di fondo utilizzabile. Per l’energia netta, la notizia è anche peggiore – il picco arriverà più rapidamente e i nuovi investimenti saranno meno attraenti, perché serviranno più soldi per produrre lo stesso risultato.
Il rapporto del EGW un documento importante e di vasta portata (e gratuito) che contiene conclusioni che fanno riflettere. Speriamo che altri esperti le rivedano, assicurandosi che i dati e le conclusioni reggano allo scrutinio. Possiamo aspettarci sorprese energetiche in futuro, sia positive (come la produzione di gas di scisto) sia negative (come ritardi nel petrolio d’alto mare brasiliano), ma non possiamo fare affidamento su più dell’energia abbondante e a buon prezzo che ha guidato la nostra prosperità e crescita per decenni.
I consiglieri finanziari, i politici ed altri dovrebbero tutti prendere seriamente questo rapporto e pensare a come costruire il miglior futuro possibile. Questo è vero specialmente data la recente raffica di investimenti basati sulle promesse di crescita della produzione statunitense e di indipendenza. I consiglieri dovrebbero considerare l’altro lato della montatura pubblicitaria e fare affidamento sulle analisi basate sui dati.
Quando guardiamo al futuro dell’energia e dell’economia, non abbiamo né molto tempo né molto surplus di energia coi quali lavorare.
Richard E. Vodra, JD, CFP, è il presidente del Worldview Two Planning a McLean, Virginia. E’ anche un membro del consiglio di ASPO-USA. Potete contattarlo a: rvodra at worldviewtwo dot com. Una versione simile di questo articolo è apparsa precedentemente sulla rivista Advisor Perspectives, visibile su http://www.advisorperspectives.com/