La ripresa? Eccola qui, nei dati Istat di stamattina a proposito dei consumi…
A settembre 2013 (ultimo mese del terzo trimestre) l’indice delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente.
Nella media del trimestre luglio-settembre 2013 l’indice registra una flessione dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. Sembra poco, ma è un calo che si produce in soli tre mesi… E riguarda quelli che vengono definiti “consumi essenziali”, tendenzialmente “incomprimibili”, come la spesa alimentare. Ma nel confronto con agosto 2013, anche le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,2%, mentre quelle di prodotti non alimentari dello 0,3%.
Rispetto a settembre 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione del 2,8%, sintesi di una flessione del 2,2% per le vendite di prodotti alimentari e del 3,1% per quelle di prodotti non alimentari. Insomma: in un solo anno la contrazione è di quasi il 3%, ben più alta di quella attesa per il prodotto interno lordo (Pil), che dovrebbe atestarsi secondo le previsioni al -1,9%. Cosa significa? Che “la domanda interna” si sta contraendo a una velocità pazzesca per assoluta mancanza di reddito (salari, pensioni, ammortizzatori sociali, ecc); e che quel poco di buono che esce dalla produzione va in direzione dell’export.
Non si salva ovviamente il commercio. Le vendite mostrano, nel confronto con il mese di settembre 2012, variazioni negative sia per la grande distribuzione (-2,6%) sia per le imprese operanti su piccole superfici (-3,0%). Nel confronto con i primi nove mesi del 2012, le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dell’1,3% e quelle di prodotti non alimentari del 3,0%, per una diminuzione complessiva del 2,3%.
Queste sono le premesse per “la ripresa” che il governo propaganda ormai prossima…
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