Qui di seguito una intervista rilasciata da Luciano Vasapollo, economista militante, all’agenzia di stampa cubana Prensa Latina.
L’aggiustamento neoliberale del debito pubblico in Europa ricorda quello applicato dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) in America Latina e rappresenta una colonizzazione verso l’interno del vecchio continente, secondo un esperto marxista italiano.
Potenze come Germania e Francia, ed il FMI, la Banca Centrale Europea (BCE) e la Commissione Europea (CE) si comportano coi paesi del sud del continente (Portogallo, Grecia, Spagna ed Italia) così come gli Stati Uniti con le nazioni latinoamericane, ha detto a Prensa Latina il professore Luciano Vasapollo, dell’Università della Sapienza di Roma.
Secondo l’accademico, che ha partecipato dirigendo la delegazione del suo paese nel IX Congresso Internazionale Università 2014, ed in altre edizioni anteriori, la borghesia centrale europea agisce per rinforzare l’Euro-polo imperialista e l’area dell’Eurozona, in competenza con l’egemonia degli Stati Uniti, non solo commercialmente bensì nell’ambito monetario, contro il dollaro.
L’intellettuale marxista italiano propone un’alleanza tra paesi dotata di autodeterminazione, di democrazia partecipativa, con spazi produttivi e commerciali anticapitalisti, capace di evitare ed abbattere la logica neoliberale, rompendo la subordinazione con quello dettato dalle politiche sociali della Troika (FMI, BCE e CE).
Secondo Vasapollo, la sinistra europea non ha una visione strategica per potere risolvere la crisi in questa regione.
Per questo-spiega -, ispirandoci all’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America (Alba) non pretendiamo che tale modello possa esportarsi, bensì approfittare delle sue esperienze, in quanto ad intraprendere un processo di costruzione di un’area di scambio solidale e complementare che cammini decisa verso la transizione socialista.
Aspiriamo –ha sottolineato – ad iniziare un processo rivoluzionario, un tragitto classista per un’alternativa destinata all’evoluzione intrapresa dal capitalismo mondiale, la cui crisi non ha uscita e sta conducendo verso una debilitazione radicale dei meccanismi democratici e di partecipazione sociale.
Il professore italiano ha considerato molto importante la recente realizzazione a L’Avana del II Vertice della Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, che ha dimostrato che le nazioni dell’Alba (Venezuela, Cuba, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, San Vicente e le Granadine, Antigua e Barbuta, e Dominica) non sono sole, contano sulla presenza dei rappresentanti di una trentina di nazioni della regione.
Si è potuto vedere inoltre il ruolo prioritario di Cuba, che non è una potenza economica, ma sì un esempio di come si può resistere contro il capitalismo.
Anche di come con intelligenza è possibile creare consenso con paesi che anche se non fanno parte dell’Alba, riconoscono Cuba come un punto di riferimento fondamentale.
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