L’oocupazione continua a crollare anche nelle grandi imprese, che teoricamente dovrebero reggere un po’ meglio alla concorrenza globale. A marzo 2014 l’occupazione – al lordo dei dipendenti in cassa integrazione guadagni (Cig) – segna una flessione dello 0,1% rispetto a febbraio. Al netto dei dipendenti in Cig si registra invece una variazione nulla (tradotto: se si calcolano i lavoratori messi in cig come ancora “operativi” allora non c’è stata variazione; chiaro che si tratta di un semplice “pudore statistico”).
Nel confronto con marzo 2013 l’occupazione nelle grandi imprese diminuisce dell’1,0% al lordo della Cig e dello 0,7% al netto dei dipendenti in Cig. Su base annuale, dunque, il calo è consistente anche seguendo lo schema “pudico”.
Il numero di ore lavorate per dipendente (al netto dei dipendenti in Cig) diminuisce, rispetto a marzo 2013, dello 0,1%, segno di una diminuzione degli ordinativi anche superiore a quella compensata tramite la cig.
A dimostrazione poi del carattere falso dell’affermazione pe cui il problema dell’economia italiana sarebbe “l’alto costo del lavoro”, la retribuzione lorda per ora lavorata registra un aumento di appena lo 0,8% rispetto all’anno precedente (meno del tasso di inflazione ufficiale).
Considerando la sola componente continuativa, infatti la retribuzione lorda per dipendente aumenta, rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dello 0,6%. Di rinnovare i contratti, infatti, non se ne parla più.
Il rapporto completo dell’Istat:
Le serie storiche: serie_storiche_GI_1-3-2014.xls141.5 KB
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