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Sanità. Più che ticket sono mazzate, sulle tasche e sulla salute

La sanità pubblica ce la paghiamo due volte. La prima in busta paga con le trattenute finalizzate alle spese generali per i servizi, la seconda allo sportello. E’ quello che si chiama salario indiretto e che viene taglieggiato come e più e più di quello diretto che finisce in busta paga.

Secondo uno studio dell’agenzia Anda, le famiglie italiane nel 2013 hanno pagato più di 2,9 mld di ticket sanitari (per farmaci, diagnostica, specialistica, pronto soccorso). Il 25% in più (circa 700 mln di euro) rispetto al 2010 quando avevano speso 2,2 mld. L’Ansa ha ricavato questi risultati da una analisi sui Rapporti della finanza pubblica della Corte dei conti degli anni 2012 e 2014.
La stessa Corte dei Conti ha indicato la necessita’ di intervenire sul sistema sanitario. Il Governo e le Regioni, al lavoro per la stesura del Patto per la Salute previsto per fine mese, hanno deciso di rivedere lo schema di compartecipazione alla spesa sanitaria attualmente in vigore. Allo studio dei tavoli tecnici ci sarebbero novità sugli indicatori legati al reddito, i tetti di spesa e i nuovi criteri per le esenzioni.  Gli effetti di questa mazzata sulle famiglie in relazione alle spese sanitaria da tempo cominciano a farsi pesanti. La recente denuncia dei medici famiglia rileva infatti che i pazienti ormai trascurano la propria salute a causa della situazione economica. Un sondaggio effettuato su un campione di 1.050 medici italiani condotto dal Centro studi della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) dal titolo “Fare i conti con la salute”. Le conseguenze della crisi sul benessere psicofisico della popolazione”, aveva lanciato un serio allarme confermato da un’indagine Rbm Salute-Censis: secondo il quale sono circa 9 milioni le persone che hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie per motivi economici nell’ultimo anno. La metà dei medici di base afferma di avere l’impressione che siano molti i propri assistiti che hanno perso il posto di lavoro a causa della crisi (la percentuale sale al 63,5% al Sud e nelle Isole) e il 43% evidenzia che molti pazienti non riescono ad arrivare con i soldi a fine mese (il 60,3% al Sud). Nove medici su dieci, inoltre, dicono che i loro assistiti esprimono disappunto per la spesa dei ticket sanitari e secondo il 67,6% i pazienti, a causa delle ristrettezze, non vanno dal dentista.

Occorre rammentare un saggio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet che racconta come le misure di austerità chieste alla Grecia dalla Troika,  abbiano avuto un effetto devastante sulla salute dei cittadini greci. Qualche numero: oggi ci sono 800.000 greci senza nessuna copertura per le spese sanitarie. Sono aumentate le malattie dovute a malnutrizione e le morti per violenza. I bambini sono forse la categoria più colpita: la mortalità alla nascita è aumentata del 21 % dal 2008 al 2011 a causa del mancato accesso ai servizi prenatali delle donne incinte, mentre la mortalità infantile è cresciuta addirittura del 43% in soli due anni (dal 2008 al 2010) probabilmente a causa del deterioramento delle condizioni socioeconomiche delle famiglie.

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